Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Arsenale recuperato a Japigia Due fermi nel clan Palermiti
Un anno fa il ritrovamento delle armi in un bunker. Ieri la svolta
A distanza di un anno dal ritrovamento di un arsenale al quartiere Japigia, ieri la polizia ha eseguito due fermi nei confronti di due pregiudicati. Si tratta del 38enne Domenico Milella e del 32enne Michele Ruggieri. Entrambi sono ritenuti vicini al clan Palermiti. Ai due è contestato di essere i proprietari del nascondiglio di armi scoperto mesi fa (i custodi dell’arsenale furono arrestati in flagranza) dove furono trovate una decina di armi clandestine, tra cui una mitraglietta, proiettili e giubbotti antiproiettili. Un ritrovamento che avvenne nell’ambito delle indagini della Direzione distrettuale antimafia in seguito ai tre omicidi avvenuti nel rione Japigia in poco più di un mese e maturati nell’ambito di una guerra di mafia per la conquista delle piazze di spaccio. Il provvedimento di fermo è stato firmato dai pm Ettore Cardinali, Federico Perrone Capano e Isabella Ginefra. La scelta di un provvedimento di fermo, anziché un provvedimento di custodia cautelare, sarebbe motivato dall’accertata pericolosità dei due indagati sulla base di recenti annotazioni di polizia in seguito ai fatti di sangue accaduti in città. Il fermo dovrà essere convalidato dal gip: l’udienza è stata fissata per lunedì nel carcere di Bari.
Vanno avanti intanto le in- dagini della squadra mobile sulle sparatorie avvenute a Bari in meno di una settimana. La prima a Madonnella e l’altra a Carbonara.
Nella prima è rimasto ferito Andrea Fachechi con precedenti penali: l’intento dei killer era quasi certamente quello di ucciderlo; nel secondo agguato è morto il 24enne Walter Rafaschieri, mentre il fratello Alessandro di 33 (en- trambi abitano al quartiere San Paolo e sono considerati dagli investigatori vicini al clan Rafaschieri -Di Cosimo che controlla lo spaccio a Madonnella) è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Di Venere. La sparatoria è iniziata nel rione Carbonara e poi è proseguita nei pressi dello stadio San Nicola.
La nuova guerra che attraversa la città sarebbe stata provocata - secondo indiscrezioni investigative - da una lite tra rampolli delle cosche avvenuta mesi fa in un locale a Torre Quetta. Lì ci sarebbe stata una discussione violenta tra gruppi del quartiere Madonnella e Libertà. I contrasti avrebbero quindi causato la rottura degli accordi su cui si reggeva la pax mafiosa. Intese che riguardavano non solo il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche la liquidità finanziaria. L’epicentro di questo terremoto criminale - secondo fonti inquirenti - sarebbe il quartiere San Paolo. Dove si sarebbero create due fazioni: la prima formata da affiliati concentrati nella roccaforte di viale Europa e l’altra composta essenzialmente da criminali sparpagliati in altre strade del quartiere. Gli investigatori sospettano che ciascun gruppo abbia stretto alleanze anche in altre zone della città. E tutto ciò avrebbe portato a una rapida escalation, con il coinvolgimento di cosche radicate a Madonnella, Libertà, Ceglie e Carbonara.Nell’ambito di queste indagini la polizia, durante alcuni controlli nei pressi del mercato rionale di via Caldarola, ha trovato una pistola semiautomatica clandestina calibro 7.62, funzionante, sei cartucce calibro 44 magnum e altre 10 cartucce 308 special tutte per revolver. L’arma e le munizioni erano nascoste in un pozzetto elettrico in un giardinetto avvolta da stracci e buste. Sono stati trovate anche alcune dosi di sostanza stupefacente tra hascisc e marijuana.
La guerra
Le sparatorie dei giorni scorsi provocati da una contesa fra rampolli di cosche rivali