Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Mobilità sostenibile ma «creativa» Ecco la pista ciclabile di 80 metri
C’è un rondò, ma per le bici 80 metri di curve Il Comune: più sicurezza. L’Abbate: un pericolo
APolignano a Mare è spuntata la pista dai sedici colpi di pedale con chicane compresa. Ovvero un tratto di 80 metri al limite tra strada urbana ed extraurbana e in prossimità di un ponte. Difficile capire chi mai potrà utilizzarla e soprattutto se la ristrutturazione (eliminato un semaforo) sarà in grado di aumentare la sicurezza di ciclisti e pedoni.
Una nuova tipologia di pista ciclabile che va a impreziosire la lunga lista di stranezze dell’universo delle due ruote. A Polignano a Mare, città che da tempo ha puntato sulla mobilità green, è spuntata la pista dai sedici colpi di pedale con chicane compresa. Ovvero un tratto di 80 metri al limite tra strada urbana ed extraurbana. L’opera — con tanto di
progetto e realizzazione — interessa il versante ovest della città. In particolare, l’arteria che collega Polignano a Mare alla vicina Conversano. Laddove c’era un semaforo, spesso fuori servizio e fonte di pericoli per automobilisti e amanti delle due ruote, l’amministrazione comunale, guidata da Domenico Vitto, ha pensato bene di creare una rotatoria per regolare il traffico. Ma, evidentemente, ha voluto anche lanciare un messaggio alle future generazioni: visto che non c’erano soldi per “accompagnare” i ciclisti lungo
gli 8 chilometri della strada provinciale 121 (era necessario un piano intercomunale) si è voluto assicurare almeno una tranche di 80 metri in attesa di tempi migliori. Perché risulta difficile pensare che quel tratto possa essere sfruttato non solo dai ciclisti, ma anche dai pedoni (come si deduce dalla segnaletica). Ma non è tutto. Negli 80 metri, per non perdere il gusto della mobilità creativa, si è pensato bene di dare vita a una chicane in modo da movimentare la serena passeggiata. A spiegare le ragioni del nuovo
brand di pista ciclabile è Francesco Mancini, consigliere comunale con delega alla viabilità. «Non c’è nulla di strano — spiega Mancini — perché le modalità dell’intervento sono fissate dalla normativa. In particolare, c’è la legge regionale 1 del 2013 che promuove e sostiene la mobilità ciclistica al fine di elevare la qualità della vita, garantire l’accessibilità dei territori e valorizzare le risorse ambientali pugliesi. In sostanza, impone di effettuare interventi di ristrutturazione stradale predisponendo anche il tratstudenti
to di ciclabile. In quell’area, poi, l’obiettivo è di creare la pista intercomunale in direzione Conversano».
Il Comune ha speso 130 mila euro per creare tre rotatorie in vari punti della città. «Siamo un’amministrazione — conclude Mancini — che ha investito nella mobilità sostenibile con il limite dei 30 chilometri orari. Sulle strade non si deve correre: solo cosi si evita di esporre le persone ai pericoli del traffico. Anche per questo lancio un appello alle Ferrovie del Sud Est: nei pullman che trasportano gli
non ci devono essere ragazzi in piedi nei corridoi. Questo è un pericolo che i cittadini continuano a denunciare».
La spiegazione non convince il Movimento 5 Stelle che mette in evidenza le criticità generate dalla soluzione tecnica. «Se questo è il modello di mobilità sostenibile che ha in mente il sindaco Vitto — commenta Giuseppe L’Abbate, deputato pentastellato — possiamo stare tranquilli che ne vedremo ancora delle belle. Costruire una pista ciclabile prima di un ponte e con una chicane significa creare un ulteriore pericolo. Poi, voglio capire: quando il tratto termina si è costretti ad attraversare la carreggiata? Non mi sembra una scelta che aiuta la gente». L’Abbate, infine,
La spesa
Il Comune ha speso 130 mila euro per creare tre rotatorie in vari punti della città
ricorda le polemiche ancora vive in merito alla ciclabile che dalla città si dirige verso la frazione di San Vito per 2,5 chilometri. «È costata già tanti soldi — conclude L’Abbate — e recentemente è stata sottoposta a un intervento di ristrutturazione del valore di 1,5 milioni. L’assurdità? In questo caso c’è una pericolosa curva a gomito. E per giunta in un tratto in discesa. Credo che anche Vincenzo Nibali avrebbe difficoltà a restare in sella».