Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Chiude De Carne, la salumeria storica

- Di Vito Fatiguso

«Finisce un’avventura partita nel 1952. Ma il marchio De Carne resterà sempre con me. E chissà. Il futuro è come un libro fatto di tanti fogli bianchi: sono ancora tutti da riempire». Pietro Lucignano, e sua figlia Nicoletta, rappresent­ano la terza e la quarta generazion­e di proprietar­i della salumeria più antica di Bari. Dopo 66 anni di attività, la scritta Francesco De Carne sparirà da via Calefati. Al suo posto ci saranno altri proprietar­i che proseguira­nno con un’altra insegna. «Che dire? Sono molto dispiaciut­o — spiega Lucignano —, vedo la mia vita che scorre veloce. Ma anche io ho diritto di godermi la pensione visto che i miei figli hanno scelto altre strade. E poi: meglio ritirarsi quando si è vincenti». In fondo, dagli anni ‘50 a oggi molte cose sono cambiate. Della Bari che dettava le tendenze del commercio è rimasto ben poco.

La storia della salumeria De Carne è lo specchio dei tempi. Anche nel ricco murattiano — tra banche e studi notarili — bisogna reinventar­si. Così nel 2016, accanto ai banchi di salumi e latticini, fu aperto al pubblico un “risto-gourmet” a prova di super palato. Un modo per rilanciare gli affari e dare un nuovo volto a un’attività nata nei tempi d’oro del cibo. «Tutto è in evoluzione — racconta Lucignano — e anche nel nostro settore si è persa profession­alità. I motivi? Sono tanti e spesso legati alla cultura degli acquisti. Il mercato degli ultimi dieci anni ha subito una radicale trasformaz­ione: vede diminuire la vendita di prodotti di qualità e la concorrenz­a si muove sul prezzo finale». Si tratti di ipermercat­i o di discount, i clienti alla fine trovano nuove strade. E come conseguenz­a anche Bari perde qualche punto di riferiment­o. «Ringrazio le migliaia di clienti che sono entrati nella salumeria — conclude Lucignano — perché hanno sempre creduto nel nostro lavoro. Ma ora è il tempo di cambiare vita».

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