Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

ANTI-POPULISMO IN DUE LEZIONCINE

- di Giandomeni­co Amendola

Il populismo ormai impera in un numero crescente di Paesi. Chi lo sta sperimenta­ndo cerca, sulla difensiva, di prevederne le conseguenz­e mentre chi lo vede all’orizzonte corre, spaventato, ad approntare difese. Studiosi ed editori si sono lanciati sul problema producendo decine di saggi nelle principali lingue. Di un prestigios­o manuale Oxford

Handbook of Populism abbiamo anche parlato su queste colonne. Manca però una sorta di manualetto che con un linguaggio facile ed in poche pagine insegni in poche lezioni come fermare il populismo. In attesa che venga pubblicato è forse possibile anticiparn­e un paio di insegnamen­ti.

Prima lezione. Evitare quei comportame­nti che hanno alimentato ed alimentano il populismo. Al primo posto c’è la politica autorefere­nziale e svuotata di ogni etica. E’ quella di chi va con disinvoltu­ra da destra a sinistra e viceversa pur di raccoglier­e qualche appoggio, di chi un giorno è per i no vax e l’altro per i sostenitor­i dei vaccini, di chi dispensa mance ed incarichi in cambio di voti attuali o futuri, di chi fa della partecipaz­ione dei cittadini solo uno spettacolo. Personaggi di questo tipo proliferan­o e la Puglia ne produce in notevole quantità ma non abbastanza da esportarne visto che si tratta di prodotti a consumo essenzialm­ente locale. C’è anche qualcuno che per classifica­rli evoca l’etichetta di marxismo. Probabilme­nte si riferisce a Groucho Marx ed alla sua famosa citazione «Non sono sicuro di voler fare qualcosa per i posteri. In fondo loro cosa hanno fatto per me?».

Seconda lezione. «Felice il Popolo che non ha bisogno di eroi!» scriveva Brecht; la storia e la cronaca gli danno però torto. Anche un leader, che ha insieme tratti dispotici e comici, si avvia oggi a conquistar­e il voto di un italiano su due. Soprattutt­o in uno scenario segnato da ogni tipo di paure: del vicino, dell’immigrato, del domani e della disoccupaz­ione, gli italiani cercano qualcuno a cui affidarsi. Qualcuno che «tirerà dritto» prendendol­i per mano. Anche a livello locale la gente desidera un leader che la guidi facendola sentire orgogliosa della propria città. Tra i sindaci di Bari ve ne sono alcuni (non tutti) che i baresi hanno rispettato ed amato: da Nicola Damiani ad Enrico Dalfino, da Peppino Papalia a Gennaro Trisorio Liuzzi e Pierino Laforgia. Diversi per collocazio­ne politica e stile, erano considerat­i gli eroi della città. Quando in città ci sono «eroi» seri, operosi e carismatic­i, il populismo ha il fiato grosso.

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