Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
ANTI-POPULISMO IN DUE LEZIONCINE
Il populismo ormai impera in un numero crescente di Paesi. Chi lo sta sperimentando cerca, sulla difensiva, di prevederne le conseguenze mentre chi lo vede all’orizzonte corre, spaventato, ad approntare difese. Studiosi ed editori si sono lanciati sul problema producendo decine di saggi nelle principali lingue. Di un prestigioso manuale Oxford
Handbook of Populism abbiamo anche parlato su queste colonne. Manca però una sorta di manualetto che con un linguaggio facile ed in poche pagine insegni in poche lezioni come fermare il populismo. In attesa che venga pubblicato è forse possibile anticiparne un paio di insegnamenti.
Prima lezione. Evitare quei comportamenti che hanno alimentato ed alimentano il populismo. Al primo posto c’è la politica autoreferenziale e svuotata di ogni etica. E’ quella di chi va con disinvoltura da destra a sinistra e viceversa pur di raccogliere qualche appoggio, di chi un giorno è per i no vax e l’altro per i sostenitori dei vaccini, di chi dispensa mance ed incarichi in cambio di voti attuali o futuri, di chi fa della partecipazione dei cittadini solo uno spettacolo. Personaggi di questo tipo proliferano e la Puglia ne produce in notevole quantità ma non abbastanza da esportarne visto che si tratta di prodotti a consumo essenzialmente locale. C’è anche qualcuno che per classificarli evoca l’etichetta di marxismo. Probabilmente si riferisce a Groucho Marx ed alla sua famosa citazione «Non sono sicuro di voler fare qualcosa per i posteri. In fondo loro cosa hanno fatto per me?».
Seconda lezione. «Felice il Popolo che non ha bisogno di eroi!» scriveva Brecht; la storia e la cronaca gli danno però torto. Anche un leader, che ha insieme tratti dispotici e comici, si avvia oggi a conquistare il voto di un italiano su due. Soprattutto in uno scenario segnato da ogni tipo di paure: del vicino, dell’immigrato, del domani e della disoccupazione, gli italiani cercano qualcuno a cui affidarsi. Qualcuno che «tirerà dritto» prendendoli per mano. Anche a livello locale la gente desidera un leader che la guidi facendola sentire orgogliosa della propria città. Tra i sindaci di Bari ve ne sono alcuni (non tutti) che i baresi hanno rispettato ed amato: da Nicola Damiani ad Enrico Dalfino, da Peppino Papalia a Gennaro Trisorio Liuzzi e Pierino Laforgia. Diversi per collocazione politica e stile, erano considerati gli eroi della città. Quando in città ci sono «eroi» seri, operosi e carismatici, il populismo ha il fiato grosso.