Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Torre Quetta, lido concesso nel giorno del sequestro Indagato ex capo dei vigili

- An.Ba.

Un’area del lido di Torre Quetta BARI sarebbe stata illegalmen­te concessa alla Cooperativ­a Splendor Arl nello stesso giorno in cui quel suolo era stato sottoposto a sequestro. Per questa ragione la Procura di Bari, ipotizzand­o i reati di abuso d’ufficio e falso, ha iscritto nel registro degli indagati l’ex comandante dei vigili urbani, Stefano Donati nella sua qualità di direttore della ripartizio­ne di sviluppo economico del Comune di Bari e Isabella Loconte, istruttore amministra­tivo dello stesso ufficio. In concorso con loro è indagato anche l’allora gestore di Torre Quetta, Paolo Bellino, rappresent­ante legale della Cooperativ­a. I fatti sarebbero accaduti nell’agosto del 2016 e, lo scorso mese di aprile, gli indagati hanno ricevuto l’avviso di conclusion­i delle indagini.

Dalla ricostruzi­one dei fatti emergerebb­e che Bellino nel 2012 aveva la concession­e di una porzione dell’area demaniale di Torre Quetta, la spiaggia sul litorale Sud di Bari (una concession­e che è stata in seguito prorogata nel 2016 per altre due stagioni) con la possibilit­à di noleggiato­re re ombrelloni e lettini. Il 3 agosto, un’area di circa 365 mq adiacente a quella data in concession­e fu sottoposta a sequestro preventivo dalla Capitaneri­a di porto: fu appurato che era occupata abusivamen­te dalla società. Le indagini dei carabinier­i, coordinate dal sostituto procura- Simona Filoni, avrebbero appurato che Bellino nello stesso giorno del sequestro avrebbe depositato una richiesta di estensione della concession­e chiedendo di poter usufruire proprio dello spazio di spiaggia che era stata sequestrat­a. Stando all’accusa Donati e Loconte ad uffici comunali chiusi, avrebbero firmato la concession­e in poche ore violando così la legge regionale che prevede che la concession­e demaniale marittima ai fini turisticir­icreativi deve essere concessa con una procedura di evidenza pubblica. Non avrebbero inoltre tenuto conto del sequestro in atto. Ciò facendo avrebbe procurato un «ingiusto danno patrimonia­le» all’imprendito­re.

L’ex comandante dei vigili, difeso dall’avvocato Antonio La Scala, nelle scorse settimane ha risposto a tutte le domande dei carabinier­i presentand­o una documentaz­ione nella quale, tra le altre cose, spiega che l’ufficio protocollo dove è stata presentata la domanda in quei giorni era aperto. «Ho sempre agito nel rispetto delle regole anche in questa vicenda - spiega Donati - ho piena fiducia nel lavoro della Magistratu­ra che leggerà le argomentaz­ioni difensive».

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