Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I lavori fantasma del nuovo Cnr
L’apertura del cantiere prevista il 31 ottobre. Ma l’ex manifattura è ancora una discarica
«Dentro c’è amianto e noi lo respiriamo» giurano gli operatori del mercato. «Qualche volta, almeno sino a un anno fa, abbiamo visto entrare e uscire alcuni senzatetto», giurano i residenti. Quelli con affaccio sul degrado, nel cuore del quartiere Libertà. Certo è che l’edificio dell’ex manifattura, destinato ad ospitare la nuova e - almeno sulla carta bellissima sede del Cnr resta così com’era tre anni fa quando il Corriere del Mezzogiorno gli dedicò un reportage. Eppure entro il 31 ottobre prossimo è prevista l’apertura del cantiere. Di cui non c’è ancora traccia.
«Dentro c’è amianto e noi lo respiriamo» giurano gli operatori del mercato. «Qualche volta, almeno sino a un anno fa, abbiamo visto entrare e uscire alcuni senzatetto» giurano i residenti. Quelli con affaccio sul degrado, nel cuore del quartiere Libertà. Proprio lì, dove una volta si confezionavano sigarette. «Talvolta piovono anche calcinacci” giura Letizia, attivista del comitato di quartiere, mentre con fare gentile fa da guida in questo piccolo tour. Tra grate, inferriate, erbacce, vegetazione selvaggia, escrementi e gattini sistemati attorno a ciotole colme d’acqua e di cibo. All’interno è tutto spettrale, mentre in lontananza si sente l’ultimo vociare delle bancarelle di frutta e verdura per gli affari di fine giornata.
E così resta un cumulo di sporcizia e di sogni quella parte dell’edificio che avrebbe dovuto ospitare dei lavori mai iniziati. La nuova ex Manifattura Tabacchi di Bari è ancora sulla carta a due anni dall’annuncio in pompa magna («riaprirà il 31 ottobre 2018», fu detto pubblicamente) dei lavori di recupero dell’ala, compresa tra le vie Crisanzio, Libertà e Nicolai, destinata alla nuova sede del Cnr.
Il Consiglio nazionale delle ricerche disposto su 25mila metri quadri circa per ospitare sei istituti di ricerca e i suoi 650 ricercatori con annessi laboratori, strutture scientifiche e servizi a supporto del personale, tra cui foresteria, asilo aziendatata
❞ Letizia, residente nel rione Qui a volte piovono anche calcinacci
le e sale polifunzionali. Ma sino ad ora di operai e impalcature nemmeno la lontana ombra. L’immobile si mostra a due tinte: una più nuova e l’altra lasciata ai tempi che furono. Il progetto di recupero prevede un intervento da ben 33 milioni di euro grazie all’accordo tra i diversi proprietari dell’immobile (Comune, Demanio e Università) e Invimit, la società di valorizzazione immobiliare del ministero delle Finanze cui è stata affidata la gestione delle procedure. Procedure che in questa fase dovrebbero essere ferme al progetto definitivo. Ma, contat- la stessa Invimit, non è stato possibile raccogliere informazioni più dettagliate. Altri 12 milioni di euro, invece, sono stati previsti per il recupero della parte comunale dell’immobile che insiste su via Nicolai per trasformarla – grazie al concorso di idee “Mani Futura” – in un mercato più europeo sul modello di esperienze nazionali e internazionali come il Testaccio di Roma e il San Miguel di Madrid, dove la vendita di prodotti locali si sposa anche con degustazioni ed eventi. L’attuale mercato infatti sarà rivoluzionato e contenuto in spazi più ridotti data l’ecatombe di box chiusi da anni. «Con un
Opere mai partite Fino a questo momento nell’area non è iniziato alcun intervento
progetto unitario sarà una grande occasione di rigenerazione urbana e sociale per tutto il quartiere Libertà» ha ribadito più volte, e negli ultimi due anni, il sindaco Antonio Decaro durante i suoi numerosissimi sopralluoghi all’interno dell’ex opificio di sigarette, destinato in altre porzioni (lato via Ravanas) a dare una casa sia a Porta Futuro 2, l’incubatore di idee e di start up giovanili, sia a una caserma dei carabinieri, come più volte chiesto dai residenti. Con la speranza che i tempi siano davvero brevi.