Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Le primarie a Bari, Landella a Foggia Il centrodestra fa le prove di accordo
Forza Italia contraria ai gazebo. Ma Salvini e Meloni danno il via libera ai loro leader regionali
La decisione non è presa. Ma il piano della discussione si è inclinato a tal punto che la pendenza porta verso una probabilissima decisione: saranno le primarie a decidere il candidato sindaco del centrodestra a Bari.
Nulla è stato ancora sancito. Si sta ancora aspettando che venga convocato il tavolo dei segretari regionali (e quello congiunto o immediatamente successivo dei provinciali). Potrebbe tenersi, come è diventato consueto, in una delle giornate in cui i parlamentari non sono a Roma. Potrebbe essere, dunque, lunedì prossimo.
Di fronte all’impasse sulla designazione di un candidato di peso, esterno al mondo dei partiti, al tavolo riemergerà con prepotenza l’opzione delle primarie. A quel punto solo Forza Italia ribatterà che non ne vuole sapere. «Le primarie? Non so nemmeno come si scrive la parola» ironizzava ieri Francesco Paolo Sisto, coordinatore degli azzurri baresi.
Ma alle obiezioni dei berlusconiani saranno opposte tre argomentazioni. La prima è l’originaria dichiarazione pronunciata dal segretario regionale Gino Vitali. Il leader forzista, non più tardi di due-tre settimane fa, dichiarò che «le primarie non sono il nostro metodo preferito, ma se non c’è accordo sul nome, non c’è alternativa alla loro celebrazione». Forza Italia cercherà in tutti i modi di trasferire la partita barese al tavolo nazionale in modo che sia Roma a decidere. Senza primarie.
Senonché – ed è la seconda obiezione che sarebbe sollevata – se si andasse al tavolo nazionale, la vicenda barese potrebbe risucchiare il caso Foggia, fin qui rimasto distinto. Proviamo a riassumere. Nel capoluogo dauno il sindaco uscente Franco Landella, forzista, non trova il consenso Filippo Melchiorre (FdI) Giuseppe Carrieri degli altri partner della coalizione (Lega, Fdi, Nci). Ma dire di no all’uscente è sempre complicato. Ebbene, se Landella la spuntasse, cioè prevalesse FI, è fatale che a Bari dovrebbero essere gli altri partner a indicare il candidato. Sia pure designandolo al tavolo nazionale.
I leader nazionali – è il terzo punto – non sembrano ansiosi di decidere. Matteo Salvini ha dato il via libera alle primarie parlando con il suo segretario Fabio Romito (Lega) Davide Bellomo (NcI)
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pugliese Andrea Caroppo. E la stessa cosa ha fatto Giorgia Meloni con il segretario pugliese di Fdi, Marcello Gemmato.
La mediazione, al tavolo regionale, potrebbe dunque essere di lasciar passare Landella a Foggia, ma di celebrare le primarie a Bari. Dove Forza Italia – questo è pure un elemento problematico – non ha candidati da schierare. Finora si sono proposti i consiglieri comunali Filippo Melchiorre (Fdi; grande esperto della macchina comunale), Fabio Romito (Lega; giovane e arrembante), Giuseppe Carrieri (esponente del gruppo consiliare di centrodestra, senza insegne di partito) e l’ultimo arrivato Davide Bellomo. È il coordinatore barese di Nci, ex consigliere regionale, molto introdotto negli ambienti baresi e in possesso di un discreto pacchetto di voti personali. Le primarie sarebbero una battaglia molto combattuta, dall’esito imprevedibile. Per di più, mai praticate a Bari nel versante del centrodestra.
Resta il fatto che Forza Italia – al momento il maggior partito della coalizione, stando ai risultati delle Politiche 2018 – resterebbe in un angolo. I dirigenti tacciono ma si sa che vogliono insistere riproponendo la candidatura dell’avvocato Gaetano Roberto Filograno (con un recente passato di consulente di Luigi Di Maio). E si riservano pure un altro nome.
Dovrà essere un altissimo esponente del mondo delle professioni o della società civile, dal profilo forte e persuasivo: solo così si risparmierebbe le obiezioni che arriverebbero a raffica dagli altri partiti, su pressione dei consiglieri comunali e di Bellomo. Tutti ansiosi di misurarsi nelle primarie.