Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La passione del sindaco per le cerimonie: 300 targhe in tre anni
Una cerimonia dopo l’altra. L’opposizione attacca: «È campagna elettorale»
In principio fu la stagione delle «chiavi della città». Dispensate ad illustri forestieri - nella lunga lista toccò anche al presidente della Camera Gianfranco Fini - dall’allora sindaco Michele Emiliano. Ma con Antonio Decaro dalle chiavi si è passati alle targhe. Così, nell’ultimo triennio 2016-18 ne sono state acquistate 300 per una spesa complessiva di 5.200 euro. Si tratta di riconoscimenti previsti per cittadini che si sono distinti in diversi ambiti sociali, culturali e professionali. L’opposizione accusa: «È campagna elettorale».
In principio fu la stagione BARI delle «chiavi della città». Dispensate ad illustri forestieri nella lunga lista toccò anche al presidente della Camera Gianfranco Fini - dall’allora sindaco Michele Emiliano. Tanto da far arrabbiare le opposizioni. «Di questo passo – ironizzavano dai banchi del centrodestra - cambieremo la serratura del palazzo, altrimenti qui a casa nostra ci ritroveremo chiunque! Chiamate un ferramenta!». Con tanto di memorabili vignette confezionate per l’occasione: il sindaco che non riusciva più a rientrare nel suo ufficio. Ma si sa, cambiano i governi, cambiano i sindaci e di conseguenza cambiano anche le mode del cerimoniale. Perché se un mazzo di chiavi è ormai vintage, una targa è più moderna. Tanto da essere riprodotta in almeno cento copie, quante quelle acquistate per ogni annualità. Dal 2016 sino ai giorni nostri.
Al Comune di Bari, nell’attuale consigliatura, va in scena la bulimia di targhe, riconoscimenti – per carità, nulla da eccepire sulle qualità umane e professionali dei premiati – che puntualmente vengono consegnati nelle stanze di palazzo ai profili più variegati. Volontari, associazioni, docenti, medici, neo laureati, artisti, maestri di sport, che secondo l’insindacabile giudizio dell’amministrazione municipale e della commissione consiliare Culture si sono distinti nella loro attività. Tanto da meritarsi una cerimonia pubblica e una foto di rito mentre il sindaco o l’assessore o consigliere di turno passa dalle sue mani l’ambito riconoscimento. Riconoscimento ormai gettonatissimo, se è vero che dall’inizio dell’anno di targhe ne sono state già dispensate circa una ventina. Insomma, con una media di due al mese. Ma nessun problema: in magazzino ci sono ancora scorte a sufficienza, almeno per tirare sino a metà 2019, quando a consigliatura terminata si tornerà tutti al voto.
A fare un po’ i conti in tasca a questa prassi ci pensa il con- sigliere di centrodestra Giuseppe Carrieri che nei giorni scorsi ha chiesto delucidazioni all’ufficio di gabinetto del sindaco Antonio Decaro. «Perché guardi – ci dice il battagliero consigliere –, non c’è settimana che qui a palazzo non ci sia una cerimonia di targhe! E che siamo un targhificio?».
E i dati ottenuti fotografano la situazione da sold out: tutte esaurite le targhe acquistate sia nel 2016 e sia nel 2017, per una spesa rispettiva di 1.600 e di 1.830 euro. Quest’ultima confermata anche per il 2018. «Siamo di fronte a una campagna elettorale a spese dei cittadini - tuona Carrieri – per inondare le più svariate iniziative e aggraziarsi la benevolenza dei destinatari. Condotte che in Paesi seri non potrebbero mai realizzarsi. Ma siamo a Bari dove il consenso si conquista anche con questi mezzucci!».
E se agli adulti toccano le targhe, ai più piccoli toccano i cappellini. Settanta quelli acquistati con il logo del Comune, per un importo di 470 euro, da donare alle scolaresche durante le visite a palazzo. A scanso di teoremi elettorali. E i bimbi, si sa, alle urne non ci vanno.