Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Minacce ai bimbi nell’asilo lager, maestre arrestate
Finiscono ai domiciliari quattro insegnanti di una scuola materna. Decisivi video e intercettazioni
Quattro insegnanti di una scuola materna statale di Capurso sono finite agli arresti domiciliari per maltrattamenti ai danni dei bambini che frequentavano lo stesso asilo dove si respirava un clima di paura. Per incastrare le aguzzine decisivi si sono rivelati video e intercettazioni. Alcuni bambini sono stati minacciati pesantemente, altri hanno preso schiaffi e si sono ritrovati con i lividi in testa.
«Rimbambiti, pappamolli». Queste le offese. E poi i maltrattamenti fisici. Teste sbattute sui banchi e mani dietro la schiena con i visi rivolti verso il muro. In piedi per lungo tempo. Le vittime erano bambini di tre anni, le aguzzine invece quattro maestre di una scuola materna di Capurso.
Le donne, tra i 47 e 63 anni, sono state arrestate dai carabinieri che hanno notificato loro un provvedimento cautelare firmato dal gip del Tribunale di Bari, Francesco Agnino. Sono accusate di maltrattamenti e ora sono ai domiciliari perché incensurate. Secondo gli inquirenti le indagate «sia autonomamente che talora in concorso, nell’anno scolastico 2017/2018, rendevano dolorose e mortificanti le relazioni con i bambini, a loro affidati per cura ed educazione, assumendo comportamenti vessatori e violenti nei loro confronti».
I piccoli, tutti al primo anno della scuola materna, erano costretti a passare quasi tutto il tempo seduti con la testa appoggiata sul banco e quando provavano a sollevare il capo, le maestre glielo sbattevano nuovamente con forza sul banco. Erano state assunte con contratti di supplenza annuale e in questo nuovo anno scolastico tre di loro stavano lavorando anche in altre scuole materne. I maltrattamenti e le sopraffazioni in classe sono stati documentati da intercettazioni video e audio.
Nelle aule, su autorizzazioni della procura, erano state installate microcamere che hanno accertato come le maestre «in maniera sistematica, per esercitare la loro funzione di insegnante, assumevano nei confronti dei bambini comportamenti violenti, spintonandoli e strattonandoli, a volte, trascinandoli fino a farli cadere e urtare e, in alcuni casi percuotendoli con schiaffi alle braccia e al volto». Secondo quanto accertato dai carabinieri, le maestre minacciavano anche di morte i bambini se non avessero rispettato le rigide misure imposte in classe. Dicevano loro che «sarebbero stati legati con la corda, che avrebbero avuto le botte o che sarebbero stati portati in caserma dai carabinieri dove un cane gli avrebbe dato un morso». I piccoli venivano poi mortificati e offesi « platealmente» e a loro si rivolgevano chiamandoli: «monelli, cattivi, scostumati, maleducati, monellacci di strada, rimbambiti, pappamolli».
Le violenze psicologiche e fisiche erano quotidiane e avrebbero riguardato 13 bambini, tutti di tre anni. Secondo quanto emerso, nel settembre del 2017, i bimbi che frequentavano quella classe erano in 27, ma successivamente alcuni genitori preoccupati per gli strani comportamenti dei figli hanno ritirato i bimbi da quella scuola. Le indagini dei carabinieri hanno preso il via in seguito alle lamentele di alcune mamme. Così nel marzo 2018, dopo aver parlato con qualche genitore, i militari hanno installato le microcamere nelle aule. Le intercettazioni ambientali sono proseguite fino a maggio del 2018.
«I bambini avevano lividi in testa ed erano in uno stato pietoso, pieni di cacca, pipì e vomito. I bambini non si toccano». A parlare è la rappresentante di classe della scuola materna. La donna riferisce i racconti delle mamme di alcuni dei bambini vittime delle violenze psicologiche e fisiche. «Mi hanno raccontato di lividi in testa e ora, vedendo i video, abbiamo capito perché visto che gli sbattevano la testa sui banchi. Loro - continua, riferendosi alle maestre si giustificavano dicendo che i bambini erano vivaci e non scolarizzati e che si procuravano i lividi malmenandosi tra di loro, ma non era vero». È stata lei a denunciare per prima, raccontando i sospetti di abusi prima al sindaco e poi alla preside della scuola. «All’inizio non c’erano fatti evidenti - dice - ma una mamma si accorge quando c’è qualcosa che non va. I bambini non si toccano Sono arrivata fin qui e non mi arrendo. Ed ora la devono pagare».
Clima di paura
Le donne minacciavano di legare i bambini; trovati lividi alla testa