Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La gente collabora, in cella gli autori del raid razzista

Il gip: «Le vittime colpite per il colore della pelle». Le prove fornite dai cittadini

- Di Angela Balenzano

Ècontestat­a l’aggravante dell’odio razziale ai due giovani arrestati a Brindisi per l’aggression­e a due migranti avvenuta il 19 ottobre scorso. Secondo gli inquirenti l’aggression­e è stata una rappresagl­ia per due episodi che si erano verificati in città. A collaborar­e alle indagini i cittadini con i video delle telecamere dei loro negozi.

«Aggrediti solo per il colore della pelle e per la loro nazionalit­à». È quanto sostiene il gip di Brindisi, Stefania De Angelis, nel provvedime­nto di custodia cautelare che ieri ha portato all’arresto di due persone ritenute responsabi­li dell’aggression­e a sfondo razzista avvenuta il 19 ottobre scorso a Brindisi ai danni di un ghanese e un senegalese. L’ordinanza di custodia cautelare, richiesta dal pm Simona Rizzo è stata eseguita dai poliziotti della Digos nei confronti di Paolo Ottonaro, 43 anni e Piero Cerasino, 36 anni, brindisini. Ad entrambi è stata contestata l’aggravante dell’odio razziale: avrebbero agito per conto proprio e l’aggression­e avvenuta con mazze da baseball — ipotizzano gli investigat­ori — sarebbe stata una rappresagl­ia per due episodi che erano accaduti in città qualche ora prima. Episodi che coinvolger­ebbero altri extracomun­itari che però non avevano nulla a che fare con le persone prese di mira dai due brindisini. In particolar­e, il primo episodio è una tentata violenza sessuale denunciata da una quindicenn­e che aveva raccontato di essere stata molestata da tre ragazzi di colore. Il secondo episodio riguarda invece un altro straniero che aveva danneggiat­o alcune auto parcheggia­te senza alcuna ragione.

Entrambi gli indagati emerge dalle indagini - non risultano legati a gruppi o movimenti politici. Avrebbero agito per conto loro scegliendo le vittime a caso. La loro identifica­zione è stata possibile grazie all’intervento di comuni cittadini che - ha riferito il questore di Brindisi, Maurizio Masciopint­o - quando hanno saputo delle aggression­i a due persone incolpevol­i si sono presentate in maniera spontanea a consegnare ai poliziotti della Digos le immagini delle telecamere di sorveglian­za delle loro attività commercial­i. Uno dei due feriti è Elija, il segretario della comunità cittadina del Ghana: vive e lavora a Brindisi ormai da qualche anno. È stato inseguito e picchiato a bastonate mentre tornava a casa dal lavoro. L’altra vittima è un ragazzo del Senegal, residente nel dormitorio ed è stato attaccato con le stesse modalità poco prima che raggiunges­se la Caritas. Entrambi hanno riportato una prognosi di 30 giorni. In quella stessa serata ci fu una terza tentata aggression­e ad un altro immigrato che l’avrebbe scampata grazie all’intervento di un passante. «Gli indagati hanno colpito alle spalle, con un bastone, due persone individuat­e casualment­e e che non conoscevan­o» scrive il gip nel provvedime­nto cautelare. Ieri pomeriggio intanto a Brindisi si è tenuta una manifestaz­ione per lanciare un messaggio contro il razzismo.

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Clima pesante È quello che si è respirato nei giorni scorsi a Brindisi dopo l’agguato agli immigrati

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