Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Pisicchio e soci si scagliano contro Decaro
Non si è fatta attendere la reazione dei leader delle liste civiche dopo lo sfogo del sindaco Decaro («non mi vendo l’anima per qualche voto in più»). Da Pisicchio a Maurodinoia è un coro: «L’ultima sua uscita puzza di ipocrisia».
Parole nervose, dense di ipocrisia e incomprensibili se non in una chiave che travalica la politica ed entra nella competizione personale per la leadership con il presidente della giunta regionale, Michele Emiliano. Questo in sintesi il giudizio dell’assessore regionale Alfonso Pisicchio, fondatore di Iniziativa Democratica, sulle pesanti parole del sindaco Antonio Decaro, contro la federazione di liste civiche vicine a Emiliano, tra cui c’è Puglia popolare dell’ex senatore forzista, Massimo Cassano. «Decaro ha condiviso dalla prima ora un percorso nella direzione del civismo che supera i confini partitici per lasciar posto a programmi e obiettivi comuni per il bene della collettività», spiega Pisicchio. «Anzi – affonda - Decaro ha giustamente dato seguito a questo allargamento dando una rappresentanza in giunta alle forze che aderivano al centrosinistra e che venivano dal centrodestra. Tra l’altro alcune di queste personalità, stanno anche dentro la sua lista. Ecco perché questa sua uscita puzza di ipocrisia». Il riferimento è, tra gli altri, a Vito Lacoppola, ex centrodestra un tempo vicino a Futuro e libertà di finiana memoria e alla lista civica Sud al Centro di Anita Maurodinoia, di area Schittulli, già candidato alla presidenza della Regione col centrodestra. «Se c’è un problema personale con Cassano – incalza Pisicchio non mi interessa, a meno che il sindaco non sappia cose che noi ignoriamo. Chi fa il puro oggi, avrebbe dovuto farlo sempre, soprattutto quando accusa gli altri di guazzabuglio». La levata di scudi contro la posizione assunta da Decaro è praticamente unanime. «Abbiamo chiesto più volte un confronto con il sindaco sul programma per Bari – afferma Anita Maurodinoia - ma non siamo mai stati convocati. Neanche noi che siamo presenti in consiglio comunale. Attendiamo un chiarimento». Non le manda a dire neanche Fabrizio D’Addario, di Bari Capitale. «Se il sindaco ritiene di utilizzare i voti delle liste civiche come dei taxi – dice - si sbaglia enormemente».