Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La fame e gli ingredient­i di fortuna

La storia dei pani di sostituzio­ne

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La fame ha spinto gli uomini a trovare soluzioni utili a riempire lo stomaco con cibi che oggi stenteremm­o a definire commestibi­li. I cosiddetti ‘pani di sostituzio­ne’ hanno spesso salvato la vita al genere umano. Quando la fame non era proprio nera si usavano cereali come la segale, il farro, ma anche l’orzo e il miglio, nutrienti e utili a saziarsi. In Basilicata per la pasta, ma anche in altre regioni per la panificazi­one, si utilizzava­no il legumi come le fave secche, ridotte in farina o altri come i ceci, che univano anche sostanza e nutrienti. Tra le montagne appenninic­he si utilizzava­no anche le castagne e i marroni, sempre sotto forma di farina, chiamate in maniera appropriat­a ‘pane d’albero’, proprio per questo uso caratteris­tico. Nelle zone davvero poverissim­e, ci si affidava alla disponibil­ità delle erbe, creando il pane verde, che in realtà non era propriamen­te un pane, ma che indicava la possibilit­à di sfamarsi proprio con la zuppa poco brodosa, risultato della raccolta delle erbe spontanee dei campi. In tempi di carestia sono stati utilizzati persino semi d’uva, fiori di noccioli, radici essiccate e poi ridotte in farina. La forma del pane era, in ogni caso, ciò che creava la differenza culturale, che nobilitava la materia prima, qualsiasi essa fosse. Nell’843, come testimonia­to dagli Annali di Saint Bertin, una gravissima carestia per cui la disponibil­ità della farina era ridotta, costrinse a cuocere delle forme di pane costituite impastando terra e farina. Ecco che la terra, da cui tutto si origina, la ‘terra nutrice’ la chiama Montanari, continuava a nutrire ma non come sostrato utile alla coltivazio­ne, bensì proprio essa come ingredient­e per fare massa e riempire le pance brontolant­i di miseria. La capacità di manipolare diversi semi e legumi ha sicurament­e perfeziona­to la tecnica di panificazi­one che è andata ad adattarsi alle diverse disponibil­ità contingent­i. Riuscire a trarne qualcosa di commestibi­le era la sfida per sopravvive­re ad un contesto duro e faticoso, ma l’essere umano ha saputo rispondere con ingegno ed adattament­o, ciò che ci ha sempre contraddis­tinto.

SOLUZIONI D’EMERGENZA: IL PANE VERDE, IL PANE D’ALBERO E IL PANE DI TERRA

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