Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

DALLE PROMESSE AI FATTI (INVERSI)

- di Emanuele Imperiali

Non ci sono più obiezioni né di carattere tecnico progettual­e, né di natura ambientale che possano ritardare o addirittur­a bloccare il completame­nto del gasdotto transadria­tico. Il premier Conte, che aveva l’ultima parola, è stato chiaro: si va avanti, anche perché - si è voluto giustifica­re - in caso contrario ci sarebbero penali miliardari­e da dover pagare. Il via libera a questo punto era tutto e solo politico. Le ataviche contrariet­à dei 5 Stelle, i quali debbono far conto con le promesse elettorali e il secco no dei movimenti no Tap, difficilme­nte avrebbero potuto condiziona­re l’intero governo. Dalla Lega a tanti ministri. Tutti convinti che, in mancanza di massicci e rapidi investimen­ti infrastrut­turali che creino lavoro e ricchezza, e il gasdotto è uno di questi, sarà arduo rispettare quel 2,4% fissato come tetto tra deficit e prodotto nella manovra 2019.

Il ministro Costa ha ben motivato il parere del suo dicastero: non ci sono profili di illegittim­ità, la valutazion­e di impatto è corretta. Con buona pace di quanti sostengono che il punto di arrivo del gasdotto a San Foca nel leccese poteva essere modificato puntando su una località di approdo diversa. Una battaglia in difesa dei legittimi interessi delle popolazion­i combattuta a viso aperto e persa con l’onore delle armi. Anche perché, probabilme­nte, una scelta diversa si sarebbe potuta fare ma non oggi, forse in una fase progettual­e molto meno avanzata. Il ministro dello Sviluppo Economico e leader grillino, Di Maio, se n’è dovuto fare una ragione, come era avvenuto peraltro poche settimane fa con l’Ilva di Taranto. Per il movimento pentastell­ato comincia ora una partita a scacchi complessa, che vede proprio in Puglia il suo epicentro. Nella regione i 5 Stelle hanno stravinto, anche grazie alle parole d’ordine contro l’acciaieria inquinante e la Tap. A proprie spese sono stati costretti a rendersi conto che una cosa è fare l’opposizion­e, un’altra è governare, perché in questo caso la realpoliti­k prevale sull’emotività. E proprio quest’ultima impone di dover dare il via libera a una grande opera strategica, già completata all’80%, perché Tap è l’ultimo tratto del Corridoio meridional­e del gas che trasporter­à forniture del giacimento azerbaigia­no in Europa. Garantendo, a regime, svariati miliardi di gas all’anno ai Paesi attraversa­ti dall’infrastrut­tura. Fra questi l’Italia, la cui dipendenza energetica dal petrolio diminuirà considerev­olmente.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy