Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
TANTE PROMESSE POCHI CONTROLLI
Cari manager di Arcelor Mittal Italia, non è a voi che si deve insegnare il marketing. In questa affascinante scienza, una regola base è “anticipare la domanda”. Così, nei vostri annunci e noi vostri siti c’è già tutto. Cosa chiedevano da sempre i cittadini e i lavoratori ionici? Il famoso incontro fra lavoro e salute, dopo i tempi di uno Stato inerte e quelli di una proprietà privata che portava all’estero i soldi del risanamento. Ebbene, ora grazie a voi è tutto un fiorire di palme, mar piccoli e castelli aragonesi, e i vostri spot sembrano quelli di una società impegnata nel risanamento dell’aria.
Il vostro “manifesto” racconta che al centro ci sono le persone, che la trasparenza è una missione, che nulla sarà fatto senza un occhio privilegiato allo sviluppo del territorio. E i tempi, che sollievo! Entro maggio 2020 copertura parchi minerari e ferrosi, entro il 2021 per le cokerie sistemi di aspirazione allo sfornamento unici in Europa, nuove docce di spegnimento e nuovi impianti di trattamento delle acque reflue, nonché filtri ibridi per il trattamento delle emissioni di polveri, metalli e diossine. Insomma, entro max tre anni promettete di mettere fiori nei nostri altoforni. E nel frattempo “sarà aumentato il portafoglio prodotti” (per non superare i tetti imposti dall’Europa, avete già venduto in tempi record gli stabilimenti in Lussemburgo e Belgio!).
La ciliegina sulla torta è che al centro della nuova Ilva ci saranno «i fornitori locali, le strutture sanitarie, le start up e i giovani imprenditori locali». Cosa chiedere di più? Niente. O forse tutto. Perché vedete, cari manager oggi che vi presentate alla città, il problema della siderurgia a Taranto è stato sempre l’assenza di controlli. Non ci sono stati mai, e si è deciso di continuare così. Al punto che la giornalista Milena Gabanelli ha calcolato che dal 2012, mentre voi scaldavate i motori e la politica si azzuffava, sono stati persi 3 miliardi e mezzo. Più del doppio di quanto investirete nel piano ambientale. E il “nuovo ciclo” è cominciato col non controllare se, per caso, fra le nuove assunzioni voi decidevate di non inserire gli operai “scomodi”. E si è anche deciso che nessuno potrà fermarvi anche se le emissioni continuassero ad essere fuorilegge. E si è anche deciso che tutte le valutazioni verranno fatte a babbo morto, cioè non in modo preventivo. E soprattutto si è deciso di accettare, per voi e per i commissari, la clausola dell’immunità penale, per cui i prossimi morti non avranno imputati né colpevoli. Per queste domande, forse, occorre una risposta vecchio stile, senza effetti speciali, di fronte alle “persone” in carne ed ossa che tanto giustamente volete al centro dell’acciaieria.