Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il miraggio del campetto Troppi impianti chiusi
Non si tratta solo di sport. Quando si ragiona di strutture sportive, soprattutto se collocate in zone periferiche della città, si parla prevalentemente di questioni sociali. Di battaglia al fenomeno della devianza minorile ad esempio, di luoghi dove i ragazzi – specialmente quelli meno seguiti – trascorrono diverse ore della giornata. La premessa è d’obbligo prima di illustrare la triste situazione degli impianti sportivi presenti nel capoluogo pugliese. Come campione scegliamo il primo municipio, su cui insistono tre distinte strutture. Due su tre sono sigillate, inutilizzabili. Ma procediamo con ordine.
Si parte con il Bellavista, a Japigia. La pista di atletica è perfettamente funzionante, frequentatissima dai giovani. Non si può dire lo stesso del campo a due passi, il cui ingresso – separato dal resto della struttura – è chiuso da tempo. Del resto, se non fosse per la presenza, in lontananza, degli spalti per gli spettatori e delle porte semidistrutte, occorrerebbe usare tutta la propria immaginazione per riconoscere in quell’ammasso di pietre ed erba cresciuta un campo da calcio, un tempo richiestissimo. «I lavori per rimettere a posto il Bellavista – spiega la presidente del primo municipio, Micaela Paparella – sono importanti e presupporrebbero una cifra che noi, come municipio, non possiamo permetterci». Ragion per cui, il campo da calcio è stato candidato al bando Coni e Periferie. Non resta che incrociare le dita.
Non se la passa meglio l’area da gioco di Torre a Mare, in via Coppa di Bari. I residenti lo chiamano il «cimiterium stadium», e non solo per via della sua adiacenza al camposanto. In questo caso, riuscire a vedere il terreno da gioco è un’altra impresa: tra le fessure dell’imponente cancello azzurro – rigorosamente chiuso – però, è possibile scorgere un’area tutto sommato ben tenuta. Ma il campo rimane inaccessibile a causa di alcuni problemi dell’impianto centrale e di quello elettrico, i cui lavori dovrebbero partire a breve, fa sapere ancora Paparella (i fondi, 20 mila euro, sono stati stanziati lo scorso giugno).
Succede così che tutte le squadre dilettantistiche (sempre meno, vista la scarsità di impianti) si riversano nel «Mirko Variato», unica struttura di Japigia funzionante. Sono circa una decina le squadre che lo utilizzano, per non parlare delle scuole o dei centri sociali a pochi passi. Una vera e propria risorsa per il quartiere, quindi, che però a breve potrebbe chiudere i battenti. Il campo alle spalle del Palaflorio, infatti, sarà presto oggetto di importanti lavori di riqualificazione per omologare il suo campo da calcio all’agonismo, fino alla serie D. I fondi, reperiti tramite credito sportivo, sono ingenti: parliamo di circa un milione di euro.
Ma non è questo il punto: cambiando la vocazione della struttura – si lamentano alcuni dei suoi fruitori – diventerà decisamente più oneroso per le piccole squadre occuparne gli spazi. Con la conseguenza che molte società saranno costrette a chiudere. Per non parlare del periodo in cui il campo sarà inutilizzabile per via del cantiere. Dove andranno a giocare i giovani sportivi?