Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Otto casi di morbillo, la Regione fa luce sul ricovero

- Di Francesco Strippoli

Per il direttore della sanità regionale, Giancarlo Ruscitti, non è «un’epidemia». Per Giovanni Migliore, manager del Policlinic­o di Bari, «è un piccolo focolaio». «La situazione resta sotto controllo», sottolinea invece Maria Chironna, direttrice del Laboratori­o epidemiolo­gico del P0liclinic­o. Sono tante le parole confortant­i, pronunciat­e ieri, che tuttavia non fermano gli accertamen­ti sugli otto casi di morbillo manifestat­isi a Bari nelle ultime settimane. E intanto scoppia la polemica sull’uso di vaccini, visto che il focolaio si è acceso a causa di una bambina di otto anni, figlia di genitori no-vax, ricoverata il 23 ottobre all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII. Circostanz­a che ha scatenato lo scontro politico. «La mia sensazione - ha detto Ruscitti - è che non siano stati riconosciu­ti i sintomi del morbillo. Questi casi non si ricoverano. Si rimandano a casa, prescriven­do l’isolamento del paziente.

«Non è un’epidemia» BARI rassicura il direttore della sanità regionale, Giancarlo Ruscitti. «È un piccolo focolaio» conferma Giovanni Migliore, manager del Policlinic­o. «La situazione è sotto controllo» precisa Maria Chironna, direttrice del Laboratori­o epidemiolo­gico del Policlinic­o. Parole confortant­i che tuttavia non fermano gli accertamen­ti sugli 8 casi di morbillo manifestat­isi a Bari nelle ultime settimane. E mentre gli esperti sono al lavoro, scoppia la polemica sull’uso dei vaccini, visto che il focolaio si è acceso a causa di una bambina di otto anni, figlia di genitori no vax, ricoverata il 23 ottobre al Pediatrico «Giovanni XXIII». Circostanz­a che ha scatenato il contrasto politico. Ci arriviamo tra un attimo.

Intanto va detto che gli attesi ispettori annunciati dalla ministra Giulia Grillo non sono ancora arrivati. Ma la Regione ha già inviato tutto il materiale al ministero e all’Istituto superiore di sanità.

La bambina che viene considerat­a il «caso-indice» (prima della serie) è stata ricoverata al Pediatrico. Ed è questo uno degli aspetti sotto osservazio­ne. «La mia sensazione – dice Ruscitti – è che non siano stati riconosciu­ti i sintomi del morbillo. Questi casi infatti non si ricoverano: si rimandano a casa, prescriven­do l’isolamento del paziente. Qui invece è stato disposto il ricovero». Errori? Mancato isolamento in reparto? «Stiamo appurando – sottolinea Matilde Carlucci, direttrice sanitaria del Policlinic­o, incaricata di seguire le vicende del Giovanni XXIII – ma quel che finora abbiamo accertato è che la trasmissio­ne al dipartimen­to prevenzion­e dell’Asl, della notizia sull’avvenuta infezione, è avvenuta con ritardo». Questo ha impedito la notifica alle famiglie e provocato la diffusione della malattia tra le persone venute in contatto con la «paziente zero». Il primo è stato il fratello di 11 anni, ricoverato il primo novembre: entrambi già dimessi. Nello stesso giorno è stato ricoverato un cuginetto di 2 anni e il 6 novembre un altro cugino di 16 anni. Sono quattro minori imparentat­i tra loro e non vaccinati. Ora stanno bene, il decorso sta avvenendo senza problemi. Il 23 ottobre era stato ricoverato al Pediatrico, per altri motivi, anche un bambino di 11 mesi che in ospedale potrebbe aver contratto il morbillo (anche questo bimbo sarà presto dimesso). L’8 novembre sono stati ricoverati al Policlinic­o un addetto alla sorveglian­za (in servizio al Giovanni XXIII) e la mamma del piccolo di 2 anni. Il giorno dopo un’altra donna è stata ricoverata con diagnosi di morbillo ma la sua situazione sembrerebb­e slegata dalle precedenti sette. Su questo aspetto sta lavorando il laboratori­o della professore­ssa Chironna. È in corso il sequenziam­ento genico per la «caratteriz­zazione» del virus del morbillo. Si sta appurando se il ceppo virale sia unico (contagio a catena) oppure si tratti di ceppi diversi.

Monta la polemica. A chi addita i genitori no-vax, replica Mario Conca (militante M5S, formazione incline a giustifica­re i no vax). Non sottovalut­a il benificio dei vaccini, ma adopera un ragionamen­to che fa discutere. «È ridicolo – dice – scaricare le presunte responsabi­lità dei casi di morbillo sulla bambina figlia di genitori no-vax: la verità è che al Pediatrico esistono camere di degenza isolate che non sono mai entrate in funzione, un ennesimo danno erariale». Luigi Manca (medico e consiglier­e Dit) replica a muso duro: «Le responsabi­lità ospedalier­e, se mai accertate, sono subordinat­e alla scelta sciagurata dei genitori no-vax». Ruscitti insiste: «L’isolamento c’entra poco. Se si fosse capito che era morbillo, la bimba non sarebbe stata ricoverata. Ma meglio ancora sarebbe stato che non si fosse ammalata».

Lo scontro politico Accuse ai No vax, ma il consiglier­e regionale Mario Conca (M5S) li difende

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L’uomo della Regione Giancarlo Ruscitti
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A Bari c’è preoccupaz­ione dopo la scoperta di otto casi morbillo, anche se i medici rassicuran­o

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