Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Otto casi di morbillo, la Regione fa luce sul ricovero
Per il direttore della sanità regionale, Giancarlo Ruscitti, non è «un’epidemia». Per Giovanni Migliore, manager del Policlinico di Bari, «è un piccolo focolaio». «La situazione resta sotto controllo», sottolinea invece Maria Chironna, direttrice del Laboratorio epidemiologico del P0liclinico. Sono tante le parole confortanti, pronunciate ieri, che tuttavia non fermano gli accertamenti sugli otto casi di morbillo manifestatisi a Bari nelle ultime settimane. E intanto scoppia la polemica sull’uso di vaccini, visto che il focolaio si è acceso a causa di una bambina di otto anni, figlia di genitori no-vax, ricoverata il 23 ottobre all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII. Circostanza che ha scatenato lo scontro politico. «La mia sensazione - ha detto Ruscitti - è che non siano stati riconosciuti i sintomi del morbillo. Questi casi non si ricoverano. Si rimandano a casa, prescrivendo l’isolamento del paziente.
«Non è un’epidemia» BARI rassicura il direttore della sanità regionale, Giancarlo Ruscitti. «È un piccolo focolaio» conferma Giovanni Migliore, manager del Policlinico. «La situazione è sotto controllo» precisa Maria Chironna, direttrice del Laboratorio epidemiologico del Policlinico. Parole confortanti che tuttavia non fermano gli accertamenti sugli 8 casi di morbillo manifestatisi a Bari nelle ultime settimane. E mentre gli esperti sono al lavoro, scoppia la polemica sull’uso dei vaccini, visto che il focolaio si è acceso a causa di una bambina di otto anni, figlia di genitori no vax, ricoverata il 23 ottobre al Pediatrico «Giovanni XXIII». Circostanza che ha scatenato il contrasto politico. Ci arriviamo tra un attimo.
Intanto va detto che gli attesi ispettori annunciati dalla ministra Giulia Grillo non sono ancora arrivati. Ma la Regione ha già inviato tutto il materiale al ministero e all’Istituto superiore di sanità.
La bambina che viene considerata il «caso-indice» (prima della serie) è stata ricoverata al Pediatrico. Ed è questo uno degli aspetti sotto osservazione. «La mia sensazione – dice Ruscitti – è che non siano stati riconosciuti i sintomi del morbillo. Questi casi infatti non si ricoverano: si rimandano a casa, prescrivendo l’isolamento del paziente. Qui invece è stato disposto il ricovero». Errori? Mancato isolamento in reparto? «Stiamo appurando – sottolinea Matilde Carlucci, direttrice sanitaria del Policlinico, incaricata di seguire le vicende del Giovanni XXIII – ma quel che finora abbiamo accertato è che la trasmissione al dipartimento prevenzione dell’Asl, della notizia sull’avvenuta infezione, è avvenuta con ritardo». Questo ha impedito la notifica alle famiglie e provocato la diffusione della malattia tra le persone venute in contatto con la «paziente zero». Il primo è stato il fratello di 11 anni, ricoverato il primo novembre: entrambi già dimessi. Nello stesso giorno è stato ricoverato un cuginetto di 2 anni e il 6 novembre un altro cugino di 16 anni. Sono quattro minori imparentati tra loro e non vaccinati. Ora stanno bene, il decorso sta avvenendo senza problemi. Il 23 ottobre era stato ricoverato al Pediatrico, per altri motivi, anche un bambino di 11 mesi che in ospedale potrebbe aver contratto il morbillo (anche questo bimbo sarà presto dimesso). L’8 novembre sono stati ricoverati al Policlinico un addetto alla sorveglianza (in servizio al Giovanni XXIII) e la mamma del piccolo di 2 anni. Il giorno dopo un’altra donna è stata ricoverata con diagnosi di morbillo ma la sua situazione sembrerebbe slegata dalle precedenti sette. Su questo aspetto sta lavorando il laboratorio della professoressa Chironna. È in corso il sequenziamento genico per la «caratterizzazione» del virus del morbillo. Si sta appurando se il ceppo virale sia unico (contagio a catena) oppure si tratti di ceppi diversi.
Monta la polemica. A chi addita i genitori no-vax, replica Mario Conca (militante M5S, formazione incline a giustificare i no vax). Non sottovaluta il benificio dei vaccini, ma adopera un ragionamento che fa discutere. «È ridicolo – dice – scaricare le presunte responsabilità dei casi di morbillo sulla bambina figlia di genitori no-vax: la verità è che al Pediatrico esistono camere di degenza isolate che non sono mai entrate in funzione, un ennesimo danno erariale». Luigi Manca (medico e consigliere Dit) replica a muso duro: «Le responsabilità ospedaliere, se mai accertate, sono subordinate alla scelta sciagurata dei genitori no-vax». Ruscitti insiste: «L’isolamento c’entra poco. Se si fosse capito che era morbillo, la bimba non sarebbe stata ricoverata. Ma meglio ancora sarebbe stato che non si fosse ammalata».
Lo scontro politico Accuse ai No vax, ma il consigliere regionale Mario Conca (M5S) li difende