Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LA NUOVA CORSIA DEL POPULISMO

- di Michele Cozzi

Icasi di morbillo diagnostic­ati all’ospedalett­o Giovanni XXIII di Bari, come è ovvio, innestano lo scontro politico. Il dato che sette degli otto casi sarebbero riconducib­ili ad una bimba di 10 anni, figlia di una famiglia no-vax, ripropone con forza l’attualità di una vicenda, quella dei vaccini, che spesso è derubricat­a a scontro ideologico, fino a quando la rozza materia della quotidiani­tà, per usare un’espression­e di Norberto Bobbio, non alza il muro di pietra della realtà. Dati alla mano, da mesi in Italia i casi di morbillo sono in costante aumento: nel 2017 ci sono stati 17 decessi. Quindi, un continuo cedimento culturale e un atteggiame­nto più permissivo rischiano di ampliare la voragine. In Puglia gli accertamen­ti in atto chiarirann­o se ci sono state inadempien­ze, errori, protocolli non rispettati, come osserva il consiglier­e regionale del M5S, Mario Conca, che scarica l’accaduto sulla gestione della sanità in Puglia e, quindi, sul presidente della Regione anche nella veste di assessore alla sanità. Ma queste sono le ragioni dello scontro politico, soprattutt­o in un imbuto elettorale.

Siamo in un tempo in cui tutto è posto in discussion­e. Qualcuno ha parlato di «fine delle competenze» e quindi non c’è da sorprender­si più di tanto se la stessa sorte sia toccata all’obbligo vaccinale. Che è divenuto questione di chiacchier­iccio, come si discute di calcio o di X Factor. E i social sono la nuova chiesa in cui chi ha letto, nella migliore delle ipotesi, il manuale del telefonino crede di potere contestare il parere di un esperto. Il tempo che ci è dato vivere ci offre anche il populismo medico: un altro tassello del laboratori­o-Italia. Il vecchio governo, con la ministra Lorenzin, aveva imposto l’obbligo delle vaccinazio­ni per l’iscrizione scolastica. Un’imposizion­e, una discrimina­zione, secondo il partito dei no-vax. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, del M5S con una circolare ha rimandato la presentazi­one della documentaz­ione vaccinale, tramite autocertif­icazione, e aveva parlato di «obbligo intelligen­te» e di nessuna imposizion­e. Una dichiarazi­one da quadratura del cerchio. Della serie: fate, ma anche no. Situazione sempre più preoccupan­te perché, come afferma l’immunologo Roberto Burioni, sempre nel mirino dei no-vax «purtroppo l’Italia ha una copertura vaccinale non da Paese sviluppato». Una realtà irreale in una società nella quale malattie di questo tipo si pensava fossero state debellate.

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