Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LA NUOVA CORSIA DEL POPULISMO
Icasi di morbillo diagnosticati all’ospedaletto Giovanni XXIII di Bari, come è ovvio, innestano lo scontro politico. Il dato che sette degli otto casi sarebbero riconducibili ad una bimba di 10 anni, figlia di una famiglia no-vax, ripropone con forza l’attualità di una vicenda, quella dei vaccini, che spesso è derubricata a scontro ideologico, fino a quando la rozza materia della quotidianità, per usare un’espressione di Norberto Bobbio, non alza il muro di pietra della realtà. Dati alla mano, da mesi in Italia i casi di morbillo sono in costante aumento: nel 2017 ci sono stati 17 decessi. Quindi, un continuo cedimento culturale e un atteggiamento più permissivo rischiano di ampliare la voragine. In Puglia gli accertamenti in atto chiariranno se ci sono state inadempienze, errori, protocolli non rispettati, come osserva il consigliere regionale del M5S, Mario Conca, che scarica l’accaduto sulla gestione della sanità in Puglia e, quindi, sul presidente della Regione anche nella veste di assessore alla sanità. Ma queste sono le ragioni dello scontro politico, soprattutto in un imbuto elettorale.
Siamo in un tempo in cui tutto è posto in discussione. Qualcuno ha parlato di «fine delle competenze» e quindi non c’è da sorprendersi più di tanto se la stessa sorte sia toccata all’obbligo vaccinale. Che è divenuto questione di chiacchiericcio, come si discute di calcio o di X Factor. E i social sono la nuova chiesa in cui chi ha letto, nella migliore delle ipotesi, il manuale del telefonino crede di potere contestare il parere di un esperto. Il tempo che ci è dato vivere ci offre anche il populismo medico: un altro tassello del laboratorio-Italia. Il vecchio governo, con la ministra Lorenzin, aveva imposto l’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione scolastica. Un’imposizione, una discriminazione, secondo il partito dei no-vax. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, del M5S con una circolare ha rimandato la presentazione della documentazione vaccinale, tramite autocertificazione, e aveva parlato di «obbligo intelligente» e di nessuna imposizione. Una dichiarazione da quadratura del cerchio. Della serie: fate, ma anche no. Situazione sempre più preoccupante perché, come afferma l’immunologo Roberto Burioni, sempre nel mirino dei no-vax «purtroppo l’Italia ha una copertura vaccinale non da Paese sviluppato». Una realtà irreale in una società nella quale malattie di questo tipo si pensava fossero state debellate.