Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Pensionati senza buonuscita, in Comune acquisite le carte
Il vice sindaco Introna accusa Melini: solo campagna elettorale
La Procura di Bari indaga su Cassa Prestanza, l’ente previdenziale integrativo dei dipendenti del Comune, e acquisisce alcuni atti dopo l’esposto di un iscritto. Chi è andato in pensione a dicembre scorso ha avuto la buonuscita speciale assicurata dall’ente, ora più nulla, denunciano i lavoratori. Il bubbone potrebbe esplodere, per la consigliera Irma Melini. Botta e risposta con Introna.
E’ la Procura questa volta a muoversi, anche se – spiega il vicesindaco Pierluigi Introna – l’acquisizione di alcuni documenti da parte dei Carabinieri ieri pomeriggio «non ha nulla a che vedere con le parole della consigliera Melini». I documenti portati via sarebbero il risultato dell’esposto di un ex iscritto. La coincidenza nei tempi, tuttavia, conferma Cassa Prestanza il bubbone dell’amministrazione comunale. Ad oggi sono quasi 1400 gli iscritti che rischiano di non veder riconosciuto il proprio diritto alla buonuscita, calcolata approssimativamente nei due terzi di quanto versato (un contributo mensile del 3 per cento degli stipendi).
«Mi sono iscritto alla Cassa nel ’78 – racconta un dipendente comunale – e da allora, ogni mese, lascio parte del mio stipendio. Faccia un po’ i conti». Cassa Prestanza, da statuto, concede ai suoi iscritti (dipendenti pubblici) sussidi, premi di buonuscita e altre forme di previdenza e assistenza. «Chi è andato in pensione a dicembre 2017 ha avuto il premio, chi ci è andato entro aprile 2018 ne ha avuto una tranche, chi a maggio non vede un soldo».
Irma Melini è circondata da dipendenti comunali mentre annuncia formale diffida nei confronti del sindaco Antonio Decaro e del presidente facente funzioni della cassa mutualistica, Pierluigi Introna. «Ultimo atto di questa farsa dell’amministrazione Decaro è stato quello di bloccare da maggio scorso i premi a chi è già in pensione e sospendere da novembre il contributo alla Cassa che mensilmente gli iscritti versano». Ma la questione è ancora più ampia: a rischio è la tenuta della Cassa stessa. Privata del contributo annuale comunale, congelato a seguito di un esposto dei pentastellati alla Corte dei Conti, dovrà fare a meno adesso anche di quel tre per cento derivante dagli stipendi: la disposizione è recentissima ed è considerata illegittima dalla consigliera Melini in quanto «prodotta in violazione delle disposizioni dello Statuto».
Il punto: le casse si svuotano e non è più possibile soddisfare le legittime aspettative degli iscritti. «Ho visto colleghi andare in pensione con 35 mila euro di buonuscita», dice uno dei dipendenti: sa che a lui questo beneficio non sarà concesso. E non si ferma: «Anche durante le assemblee viene ribadito di non cercare il colpevole perché si finisce in un labirinto». Ma nel fondo di Cassa Prestanza, quanti soldi ci sono? «Ho fatto richiesta di accesso – negata - ai conti correnti degli ultimi 10 anni perché usano sempre come giustificazione i problemi di cassa», continua Melini, che chiede anche di verificare se la tensione economico-finanziaria sia dipesa dalla cattiva gestione degli amministratori. «I miei atti sono legittimi, emessi dal cda – replica Introna – e qualcuno si sta facendo campagna elettorale. Ci stiamo battendo affinché tutti abbiano indietro almeno il versato. Sono convinto che entro i prossimi dieci giorni questa situazione si sbloccherà con la creazione di un fondo di welfare aziendale. Altrimenti non c’è altra strada che la liquidazione».
La consigliera dell’opposizione Irma Melini durante la conferenza stampa sulla situazione di Cassa Prestanza: «A me negato l’accesso ai conti degli utlimi 10 anni»