Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’esercito dei piccoli criminali
Dossier choc del ministero, quasi 2.500 in Puglia i minori nella rete della malavita
In Puglia sono 2.405 i minorenni finiti nella rete della criminalità. Il dato si riferisce a quanti risultano seguiti dagli Uffici di servizio sociale per i minorenni nel 2017 anche se in carico da anni precedenti. Sono alcuni dei numeri contenuti nell’ultimo rapporto del ministero della Giustizia: Bari è quarta in Italia con 1.290 minori segnalati.
Il drammatico salto di qualità nei reati affiora dalle indagini, che documentano l’impiego di ragazzini nelle grandi manovre per il traffico e lo spaccio di droga o le rapine con armi da guerra. Ma il preoccupante scenario della criminalità minorile in Puglia è scolpito anche nei numeri: sono quelli contenuti nell’ultima relazione del ministero della Giustizia aggiornata al primo semestre nel 2018, poco più di cento pagine elaborate dal Dipartimento giustizia minorile in cui viene tracciato un quadro analitico della situazione. Dai dati viene fuori che i minorenni e i giovani adulti (quelli che hanno commesso un reato quando non erano ancora 18enni e rimangono in carico ai servizi minorili fino ai 21 anni) seguiti nel 2017 dagli Uffici di servizio sociale per i minorenni (Ussm) sono 2.405 in tutta la Puglia: 653 a Lecce, 462 a Taranto e 1.290 a Bari, quarta area italiana dopo Bologna, Roma e Catania, seconda al Sud. Si tratta di una fascia che comprende anche persone di cui gli Ussm si occupano da anni precedenti.
Nella relazione ci si riferisce ad aree dal punto di vista giudiziario. E quindi il territorio va identificato con la competenza della Corte d’Appello: in quella di Bari rientrano Foggia e Bat, mentre Brindisi è in quella di Lecce. La situazione cambia sotto il profilo dei numeri se si vanno ad analizzare i dati che riguardano esclusivamente i minorenni finiti all’esame degli Ussm nel solo 2017: «I valori più alti - è scritto nel dossier - sono stati registrati nelle sedi di Roma (1.641), Milano (1.590), Bologna (939), Napoli (907), Firenze (885) e Bari (804)»; il dato più basso risulta a Campobasso (166). Insomma nonostante un lieve calo riscontrato peraltro in tutta Italia, la Puglia si conferma un territorio di trincea, una zona su cui sono puntati i riflettori del governo e di quanti sono impegnati in una difficile azione mirata a recupero e prevenzione. Basti pensare che Bari desta maggiore allarme rispetto a realtà più grandi o comunque segnate da un pesante radicamento della criminalità come Napoli e Palermo.
«In particolare preoccupa spiega il procuratore del Tribunale per i minorenni di Bari, Ferruccio De Salvatore - il salto di qualità dei reati che vengono commessi. In diversi casi abbiamo riscontrato prosegue il magistrato - l’impiego di ragazzini in rapine condotte con armi da guerra: questo dal punto di vista investigativo lascia ipotizzare che ci possano essere collegamenti tra minorenni e frange della criminalità organizzata, anche se va precisato che è necessario svolgere adeguati approfondimenti». Tuttavia il sospetto rimane. Tanto più che spesso, dal drammatico copione di alcuni assalti, emergono tecniche da commando e viene fuori come giovani leve vengano catapultate al fianco di personaggi di spicco dei clan: quasi fosse un una specie di training, la tappa di un percorso a tinte fosche che dalla devianza conduce ai ranghi dei clan.
Le inchieste giudiziarie rivelano inoltre che uno dei reati più diffusi tra i minorenni nell’area di Bari è legato alla droga. Un effetto del preoccupante boom nel consumo degli stupefacenti che incombe su tutta Italia. Il punto è che la Puglia occupa un ruolo centrale nella geopolitica del narcotraffico internazionale considerato che buona parte della droga destinata a una vasta fetta del mercato italiano ed europeo arriva da Albania e Turchia. «Dalle indagini spiega De Salvatore - abbiamo riscontrato come siano tanti i ragazzini reclutati per lo smercio di droga, soprattutto marijuana, che arriva dall’altra parte dell’Adriatico: le verifiche hanno svelato che queste sostanze sono potenziate, hanno una percentuale di principio attivo triplo rispetto alle altre».
Anche per questo il fiume di droga sulla rotta adriatica rimane uno degli aspetti maggiormente preoccupanti nello scenario frastagliato della criminalità pugliese. Compresa quella minorile. «Sono sempre di più dice De Salvatore - i ragazzi che vengono in qualche modo a contatto con il mondo della droga: purtroppo assistiamo in molti casi anche a una sottovalutazione dei gravi effetti che possono arrecare sostanze come la marijuana, spesso ritenuta erroneamente meno nociva rispetto ad altre mentre invece è molto pericolosa; su questo punto - sottolinea il magistrato - vanno sensibilizzati e messi in guardia i giovani e le famiglie: non esistono droghe leggere, le conseguenze sono sempre estremamente gravi e proprio il consumo di stupefacenti introduce i minorenni in una realtà di devianza e criminalità».