Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LE PROSSIME SFIDE DEL GOVERNATOR­E

- di Michele Cozzi

Della serie, non tutti i mali vengono per nuocere. L’addio di Michele Emiliano al Pd, come conseguenz­a della sentenza della Corte costituzio­nale che ha ribadito il divieto di iscrizione dei magistrati ai partiti politici, non è solo un atto che attiene ai diritti inviolabil­i del governator­e, ma ha una oggettiva ricaduta politica. Perché, al di là delle dichiarazi­oni di amore verso il partito, la decisione apre nuovi scenari sia per il presidente sia per la coalizione che si prepara all’appuntamen­to elettorale delle regionali.

Il Pd, questo Pd, stava e sta indubbiame­nte stretto a Emiliano. Che in questi anni ne ha tentato la scalata, riscontran­do una avversione, a volte ingiustifi­cata, per le posizioni assunte contro i governi Renzi e Gentiloni, in difesa - a suo dire - della comunità pugliese. Così come hanno lasciato il segno le sue continue aperture verso il M5S, caso pressoché unico tra i dirigenti nazionali del partito. Ora, l’impossibil­ità di continuare ad essere un iscritto al Pd, può essere solo un atto formale, facilmente aggirabile, oppure può rappresent­are una rottura ombelicale con quel mondo? Emiliano nega questo secondo scenario, ma poi si ha l’impression­e che il divorzio obbligato, possa liberare interament­e la sua “creatività”. Che, in vista del voto, punta ad allargare la coalizione del centrosini­stra ai fermenti del civismo, immettendo schegge di personale politico della destra, da Simeone Di Cagno Abbrescia a Massimo Cassano.

Invece, il presidente non sembra prendere molto in consideraz­ione i malumori che soffiano a sinistra. In settori del Pd, ma anche tra i “vendoliani”. Emiliano si copre a destra ma si scopre a sinistra. Paradossal­mente, in questa fase la suggestion­e di Emiliano, di andare oltre il Pd, è molto simile a quella di Matteo Renzi, il suo nemico storico, che si interroga se rimanere nel partito o se dar vita a una nuova formazione politica. Entrambi sembrano avvertire la pazza voglia di intraprend­ere, in solitaria o con nuovi compagni d’avventura, la traversata del deserto. E per Emiliano un approdo nazionale potrebbe essere l’intesa con De Magistris, il sindaco di Napoli, che sta preparando una formazione autonoma dal centrosini­stra. Comunque Pd e Emiliano sono costretti a restare insieme. Il partito non sembra avere candidati da contrappor­re a Emiliano, e il governator­e ha la necessità di mobilitare tutte le anime del Pd nella campagna elettorale. È interesse di Emiliano, del Pd ma anche di Decaro. La cui coalizione è più ortodossa, più di sinistra, e non vorrebbe pagare il prezzo dello scontro di tutti contro tutti.

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