Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bari, il reggae anni Ottanta e la città livida di Lagioia Il libro e il docufilm di Rai 3
E quello pugliese in particolare, a cominciare dai pionieri Different Stylee
La proclamazione del reggae e dei muretti a secco quali patrimoni dell’umanità dell’Unesco duetta in modo casuale, ma intrigante, con un’accurata ricerca sul reggae e l’hip hop nell’Italia meridionale che arriva dall’altro capo del mondo: Susanna Scarparo e Mathias Sutherland Stevenson, Reggae and Hip Hop in Southern Italy. Politics, Languages, and Multiple Marginalities, Palgrave Macmillan, Melbourne 2018, pp. 244, euro 72,79. Frutto di un lungo studio accademico, maturato in un percorso di laurea e dottorato australiano, il volume affonda le proprie radici in una duplice curiosità del giovane co-autore, Mathias S. Stevenson, per il reggae e per lo studio della cultura e della società italiana contemporanea, interesse affinato nei corsi di Susanna Scarparo, professore associato presso la Monash University di Melbourne.
La travolgente passione condusse Stevenson nel nostro paese già nel 2001, in occasione di un’edizione del Rototom Sunsplash Festival di Osoppo, dove poté assistere alle esibizioni dei Sud Sound System e degli Africa Unite. Fu colpo di fulmine, che di rimando travolse anche la docente. Il risultato di questa lunga consuetudine con le nostre scene musicali è ora condensato in questo volume, di destinazione accademica ma indicato per chiunque coltivi un interesse in materia.
L’impostazione metodologica è quella dei cultural studies, vivacizzata da un corroborante uso di interviste ai protagonisti e raccolta di fon- ti: ne risulta una narrazione avvincente, dettagliata, non banale, delle cosiddette sottoculture del territorio, anche nei risvolti sociali e politici implicati. La cosa che più colpisce e che gratifica i lettori pugliesi è l’importanza, la centralità, in termini quantitativi e qualitativi, riservata alla scena nostrana: dopo una contestualizzazione generale dell’argomento, metà del libro è dedicata a una storia che parte da Bari, nei primissimi anni Ottanta, e si estende alla Murgia, al Salento, per muoversi nell’arco di più di un decennio, sino alla metà degli anni Novanta, alla conquista della Nazione, incrociando i fenomeni romani e partenopei delle posse.
Snodo strategico fu la vicenda dei Different Stylee, il gruppo barese che rappresentò un’esperienza pionieristica del reggae made in Italy e che, a dispetto della cronica mancanza di strutture produttive del capoluogo pugliese, riuscì a imporsi con autoproduzioni considerate oggi pietre miliari nell’evoluzione glocal del genere. In quei primi anni Ottanta, il collettivo musicale reggae incrociò la scena punk barese dando vita all’occupazione della Giungla, al quartiere Stanic di Bari, tra i primi centri sociali autogestiti di matrice anarcopunk.
Dal punk barese ai Different Stylee, dalla figura di Militant P ai Sud Sound System, il testo propone una lettura internazionale di un fenomeno locale che, grazie a tale riconoscimento, si eleva all’importanza che merita. Auspichiamo che progetti di promozione delle nostre culture musicali, vedi Puglia Sounds, destinino risorse utili alla diffusione dell’ottimo studio.