Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
PERCHÉ VIA SPARANO NON È DIVENTATA UNA MODERNA PIAZZA
La strada non è altro che un arcipelago luminoso di vetrine e ci sono sette incroci attraversati da auto Il cannocchiale? Bari vecchia resta invisibile
Con toni quasi trionfali gli assessori hanno annunciato che alla scadenza prevista via Sparano è stata restituita alla città, «più bella che pria» avrebbe detto Petrolini. Nei fatti i baresi la propria strada non l’hanno mai lasciata, zigzagando tra i cantieri. Ad alcuni la nuova strada piaceva mentre altri erano scontenti. I più se la prendevano con i disagi sospendendo il giudizio sull’esito finale. Giudizio finale che oggi è provvisoriamente possibile. Con una certezza: la nuova via Sparano non diventerà mai una piazza nel senso letterale del termine.
Con toni quasi trionfali gli assessori hanno annunziato che alla scadenza prevista via Sparano è stata restituita alla città, «più bella che pria» avrebbe detto Petrolini. Nei fatti i baresi la propria strada non l’hanno mai lasciata, zigzagando tra i cantieri, guardando le vetrine che facevano capolino dietro una scavatrice e, soprattutto, commentando non tanto i lavori in corso quanto il risultato finale che cominciava lentamente ad apparire con chiarezza. Ad alcuni la nuova strada piaceva mentre altri erano scontenti. I più se la prendevano con i disagi sospendendo il giudizio sull’esito finale. Giudizio finale che oggi è provvisoriamente possibile. Solo provvisoriamente perché un progetto urbano è da considerare solo “spazio potenziale” fin quando non viene vissuto dalla gente. È l’uso concreto che lo rende spazio effettivo. Luogo.
I gradini della chiesa di San Ferdinando, denigrati dagli architetti, per esempio, sono stati trasformati in panchine sopraelevate e diventati tali a tutti gli effetti. Lo stesso può dirsi dei muretti delle future aiuole anch’essi immediatamente adocchiati con desiderio dai più anziani per i quali una passeggiata deve avere dei momenti - lunghi - di sosta e di chiacchiera. Un po’ meno lieti di queste trasformazioni d’uso sono già da ora i commercianti della strada che sono stati i più feroci critici della vecchia sistemazione che, sostenevano, riempiva la via Sparano di anziani, che seduti sulle panchine sotto le palme, avrebbero ostacolato l’afflusso dei veri facoltosi e potenziali clienti. Gli stessi commercianti sembrano però felici perché il windows shopping - lo shopping fatto di vetrine - è oggi più facile perché via Sparano è diventata unica e non divisa in corsie di destra e di sinistra. Anche la strada, perciò, si è adeguata all’attuale scenario politico rendendo obsolete destra e sinistra.
Del resto, via Sparano non è altro che le sue vetrine. Quando è nata era solo una strada anonima perché identica a tutte le altre della griglia ortogonale del Murattiano. Le due strade principali della città – molto più grandi ed arredate - erano Corso Vittorio Emanuele e, soprattutto, Corso Cavour, disegnata secondo i modelli della Parigi ottocentesca. Nella seconda metà dell’800, quando Bari comincia a svilupparsi velocemente grazie alla crisi di Napoli diventata una ex capitale, appare la stazione ferroviaria. Questo è il miracolo che eleva Via Sparano, diventata la strada della stazione, a simbolo pratico del commercio e della vita sociale del capoluogo fornendogli con le sue vetrine l’identità, visibile e verificabile, di città dei commerci.
La luce elettrica prima ed i led poi hanno intensificato l’illuminazione delle vetrine, le auto hanno preso possesso delle strade, il consumo è diventato di massa, molte griffe illustri sono morte ed altre sono apparse ma via Sparano è rimasta identica a se stessa per un secolo e mezzo. È la strada dove oggi come ieri le merci in vetrina, prima ancora di essere acquistate, generano sogni e desideri. È, come scriveva Walter Benjamin, la fantasmagoria delle merci. E’ nelle vetrine la tanto ricercata bellezza della strada.
L’ipotizzata operazione di abbellimento con i Telamoni, prigionieri oggi nell’atrio del Comune, o con lo splendido cavallo di Ceroli probabilmente non muterebbe l’immagine complessiva della strada e la sua consolidata e naturale attrattività. Via Sparano è nelle sue vetrine e nella gente che per questo vi si reca cercando la folla, vero monumento della strada. Al tanto promesso ed esaltato effetto cannocchiale nessuno pensa più anche perché con questo cannocchiale non ci sarebbe nulla di interessante da vedere tranne una anziana e modesta stazione da una parte ed un orribile fabbricato, costruito verso l’inizio degli anni ’50, che toglie la vista della Cattedrale e rende lontana ed invisibile Bari Vecchia.
Qualcuno, nello slancio del momento, ha salutato via Sparano come la nuova grande piazza della Bari moderna. Entusiasmo a parte, è difficile pensare ad una piazza lineare con sette attraversamenti veicolari. Nel futuro forse qualche geniale urbanista troverà una soluzione. Oggi bisogna accontentarsi di un arcipelago luminoso di vetrine.Via Sparano ha appena cominciato la sua terza stagione di vita. È terminata la fase degli architetti, oggi tocca ai baresi. Sono loro che affollando la strada dovranno trasformare uno spazio uscito dalla penna di un progettista in un luogo che valga la pena vivere e proteggere.