Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
ORMAI FANTASMI A LORO INSAPUTA
Per raffigurare quello che sta accadendo nel centrodestra barese, una voce di dentro di quel campo ha ricordato la trama del film The
Others con Nicole Kidman. Un movie in cui c’è una commistione tra vita e morte. E anzi chi pensa di essere vivo si scopre che è il vero ectoplasma.
Chi sono i vivi e i fantasmi di centrodestra barese? Non è difficile dare nome e cognome ai soggetti di una recita con alcuni personaggi in cerca d’autore. Lega, Fratelli d’Italia e fittiani hanno intrapreso la strada delle primarie. Uno strumento non del tutto inedito a destra, ma sicuramente non in sintonia con il centrodestra a vecchia egemonia forzista. Ma lo scenario è mutato, e la Lega, partito nazionalista e populista alla stesso tempo cavalca l’incessante richiamo al popolo come un grimaldello per far passare la propria egemonia. E tacitare chiunque si metta sulla propria strada.
Se il percorso dei leghisti (in continua crescita), dei meloniani e dei fittiani (quello che ne resta) è comprensibile, non si comprende come Forza Italia intenda uscire dall’angolo anche dopo l’incontro dei vertici regionali con Silvio Berlusconi. Salvini più lontano sta da Berlusconi, e più il suo consenso aumenta. E non si comprende perché dovrebbe fare un favore, rilanciando le carte, ad un alleato così poco propenso a riconoscere la sua egemonia. Ai forzisti non restano che due strade: lanciare un loro nome nella contesa delle primarie o attenderne l’esito per poi appoggiare il vincitore. In entrambi i casi un epilogo da comparsa, più che da attore protagonista.
Altre soluzioni non si intravedono, compresa quella di un ipotetico esponente della società civile. Senza avere alle spalle un gruppo organizzato. Un suicidio annunciato. Il tempo passa, il centrodestra ha la necessità di accelerare i tempi, di presentare alla città il suo candidato sindaco e un programma. Non è sufficiente denunciare i ritardi e i progetti non realizzati dal sindaco uscente. Occorre prospettare un orizzonte, un sogno, un futuro. Che non è quello che accadrà domani, ma è un pensiero, un concetto. Perché se è vero che il contesto nazionale appare favorevole, e anche vero che l’elettorato ormai è così volubile che per passare dalla vittoria alla sconfitta il passo è breve. È già accaduto nelle ultime elezioni politiche, quando flussi elettorali si sono spostati all’ultimo momento. Se si resta statici il rischio è ritrovarsi nella condizione di fantasma senza saperlo.