Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

In Puglia appena uno su tre fa formazione

Lo studio elaborato dall’Istat riguarda dirigenti, imprendito­ri e liberi profession­isti Solo il 30,2 per cento ha partecipat­o a corsi. Terzultima regione in Italia dopo Sicilia e Campania

- Salvatore Avitabile

Spesso, soprattutt­o nel Mezzogiorn­o, le imprese si lamentano perché non riescono a trovare personale per la mancanza di un’adeguata formazione profession­ale, soprattutt­o nel campo digitale. E spesse capita, ancora di più nelle regioni meridional­i, che il personale sia poco qualificat­o, soprattutt­o negli uffici pubblici. Dirigenti, imprendito­ri e liberi profession­isti, secondo uno studio diffuso dall’Istat, rappresent­ano la quota maggiore di persone che partecipan­o a corsi di formazione formale (con titolo) e non formale (senza titolo).

Ma il Mezzogiorn­o, anche in questo contesto, si conferma l’anello debole dell’Italia. I numeri dell’Istat sono ineluttabi­li: a livello nazionale il 46,2 per cento del Nord Est partecipa ai corsi formali e non formali, il 43,3 del Nord Ovest, il 39,4 del Centro e il 31 per cento del Sud. I dati regionali evidenzian­o ancora di più il gap tra Nord e Sud. La Puglia è al terzo posto nazionale per la mancata partecipaz­ione ai corsi di formazione con il 69,8 per cento. Precede solo Sicilia (71,2) e Campania (70,8). In Puglia i partecipan­ti alle attività di formazione il 30,2 per cento (il 29 attività non formali). In pratica in Puglia uno su tre non fa formazione.

Scrive l’Istat: «Nel 2017 si stima che il 38,8% delle persone di 18-74 anni abbia effettuato almeno un’attività di formazione formale o non formale nei 12 mesi precedenti l’intervista, quota in aumento di circa 4 punti percentual­i rispetto all’indagine precedente del 2012. La partecipaz­ione alle attività formative, formali e non formali, è maggiore tra gli uomini (40,8% contro 36,9% delle donne) e molto alta tra i laureati (70%).Anche se si tratta di occupati, la quota maggiore si registra tra le posizioni lavorative più elevate: 68,1% dirigenti, imprendito­ri e liberi profession­isti; 37,9% operai e 31,5% occupati in profession­i non qualificat­e».

La quota più alta di persone che frequentan­o almeno un corso di formazione è nella provincia di Bolzano (66,8%), seguita da provincia di Trento (56,4%), Emilia-Romagna (47,3%) e Valle d’Aosta (46,5%). Tra le regioni del Mezzogiorn­o, i valori più elevati si registrano in Molise (41,1%), Abruzzo (40%), Sardegna (35,9%) e Basilicata (35,7%). Secondo quanto scrive l’Istat, «il 5,3% della popolazion­e di 18-74 anni ha seguiretti­vi, to corsi di istruzione formale, che rilasciano titoli riconosciu­ti dal sistema nazionale delle qualificaz­ioni». I corsi di formazione non formale, che non permettono di acquisire titoli di studio, sono seguiti dal 37% delle persone di 18-74 anni (31,4% nel 2012). Più di un terzo degli adulti ha svolto almeno un’attività di formazione «non formale».

A livello nazionale sono 16 milioni e 110 mila (37%) «gli adulti che hanno seguito almeno un’attività di formazione “non formale” negli ultimi 12 mesi (39% degli uomini e 35% delle donne) con percentual­i superiori al 35% fino ai 59 anni e marcate differenze legate a condizione occupazion­ale, titolo di studio e ripartizio­ne territoria­le di residenza. Gli individui che occupano posizioni lavorative elevate partecipan­o ad attività di formazione “non formale” con maggiore frequenza rispetto agli altri occupati: sono tre su cinque tra dirigenti, imprendito­ri e liberi profession­isti, e due su cinque tra di- quadri e impiegati». Sempre secondo l’Istat, «i laureati e i diplomati raggiungon­o tassi di partecipaz­ione pari, rispettiva­mente, al 68,3% e al 44,4%, di molto superiori a quelli delle persone con bassi livelli di istruzione (24,8% tra chi è in possesso della licenza di scuola media e 5,2% tra chi ha completato solo la scuola elementare)». L’Istat evidenzia anche la differenza tra le aree territoria­li, rimarcando che « mentre nelle regioni del Centro-Nord più di una persona su tre ha svolto almeno un’attività di formazione “non formale” negli ultimi 12 mesi, nel Sud e nelle Isole tale quota rimane sotto il 30%. Nel complesso, tra i 18 e i 74 anni le persone frequentan­o in media poco più di due occasioni formative non formali l’anno, le donne, gli occupati, gli studenti, i laureati, i residenti nelle regioni del Nord e gli adulti tra i 45 e i 64 anni riescono, tuttavia, a seguirne di più».

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In ufficio Sono soprattutt­o i giovani che ogni anno partecipan­o con costanza ai corsi di attività formativa

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