Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Telefoni con i droni ai boss in cella Pilagatti: «Una sconfitta di tutti»

Il segretario del Sappe: «Per un drone scoperto ce ne sono tanti altri che entrano»

- Di Angela Balenzano

Il segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti, parla di un’amministra­zione «disinteres­sata» ai problemi delle carceri pugliesi: sovraffoll­amento, telefonini e droga «inviati» con i droni e pochi agenti. «È una sconfitta dello Stato».

«Se non si riesce ad impedire che i telefonini cellulari entrino nelle carceri, allora bisognereb­be provvedere a schermare la struttura penitenzia­ria. Esistono apparecchi­ature che costano poche centinaia di euro e che potrebbero risolvere il problema. Almeno questo». Lo spiega Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenzia­ria), che definisce «esplosiva» la situazione nei penitenzia­ri pugliesi.

La schermatur­a potrebbe essere una soluzione, ma forse bisognereb­be trovare una soluzione definitiva affinché i telefoni in miniatura non entrino più in carcere, non crede?

«Certo, ma l’amministra­zione penitenzia­ria è completame­nte disinteres­sata al problema. Anche solo non schermare le carceri è un modo come un altro per dire che ha vinto la criminalit­à».

Una sconfitta? «Basterebbe poco per tagliare i «rifornimen­ti» a queste persone, ma se non si mette in campo nulla per far fronte alla tecnologia usata dai detenuti che hanno mezzi e soldi allora sì che è una sconfitta».

Quando parla di tecnologia si riferisce ai droni utilizzati per portare droga e telefoni in carcere?

«Sì, certo. L’ultimo scoperto è quello di Taranto (lo scorso ottobre un drone che trasportav­a mini cellulari e droga è precipitat­o davanti al carcere di Taranto dopo essere finito contro i fili della luce, ndr), ma ce ne sono tanti altri che purtroppo non vengono scoperti e vanno a segno. Ed è una «fortuna,» si fa per dire naturalmen­te, che fino ad ora questi droni hanno trasportat­o solo droga e telefonini».

Si spieghi meglio «Immagini se un giorno qualche detenuto decidesse di farsi recapitare armi o esplosivo, cosa succedereb­be? Quello che accade nelle carceri del Sud America. Ed è questa la mia più grande preoccupaz­ione. Intanto l’amministra­zione penitenzia­ria sta a guardare anziché trovare soluzioni. A novembre il capo del Dap durante una manifestaz­ione davanti al carcere di Bari, aveva promesso di mandare uomini e mezzi, ma fino a questo momento non è accaduto nulla. Promesse cadute nel vuoto».

È a rischio la sicurezza nelle carceri considerat­i anche i numeri del sovraffoll­amento?

«L’amministra­zione ci comunica di organizzar­e il lavoro con le risorse che abbiamo. A discapito della sicurezza, considerat­o che il numero degli agenti di polizia peniten- ziaria è esiguo. Sa quanti poliziotti prendono servizio di sera nel carcere di Bari?

Dica

«Dieci o al massimo 12, quando sono tutti presenti. Lo stesso a Taranto che, come ho denunciato ormai tante volte, è la struttura più affollata d’Italia. Per ovviare alla mancanza di personale, si utilizza ora la vigilanza dinamica (crea le condizioni per far sì che il detenuto trascorra fuori dalla cella gran parte della giornata, ndr) ma con un grave rischio per l’unico agente in servizio. Questo significa che non sarebbe mai in grado di impedire un’evasione di massa».

Sono previsti aumenti nell’organico della polizia penitenzia­ria?

« L’amministra­zione afferma che nel 2019 saranno assunte 1.300 persone ma non aggiunge però che dagli organici sono state tolte ottomila unità. Il problema della sicurezza è davvero molto serio. Se ne accorgereb­bero solo di fronte ad una tragedia che speriamo non accada mai. Il carcere di Bari, per esempio, è una struttura molto a rischio perché è collocata al centro della città e se mai dovesse accade qualcosa di grave a pagare potrebbero essere anche le persone che si trovano nelle vicinanze. Lì sono rinchiusi detenuti di clan contrappos­ti e una sola guardia di notte a controllar­e la situazione. A volte sono gli stessi detenuti ad essere preoccupat­i».

Cosa intende?

«Dopo l’episodio del drone a Taranto, un parlamenta­re del M5S ha visitato il carcere e, durante il giro, un detenuto gli ha chiesto se fosse possibile aumentare il numero degli agenti perché aveva paura per la sua incolumità. Non è forse questa una sconfitta?».

Pilagatti Se un giorno qualche detenuto decidesse di farsi recapitare armi o esplosivo, cosa succedereb­be?

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 ??  ?? SbarreUna cella del carcere di Bari é allarme in tutti i penitenzia­ri della regione per i minitelefo­ni cellulari trovati nelle celle dei detenuti L’ultimo sequestro risale l’altro ieri nel carcere di Taranto
SbarreUna cella del carcere di Bari é allarme in tutti i penitenzia­ri della regione per i minitelefo­ni cellulari trovati nelle celle dei detenuti L’ultimo sequestro risale l’altro ieri nel carcere di Taranto
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