Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il giornalist­a Attilio De Matteis scoprì i due artisti nel 2002

Pio e Amedeo, cabaret foggiano e ironia anti-Salvini a Sanremo «Li portai in tv per le barzellett­e»

- di Antonella Caruso

«Un tempo andare a San Severo era già un successo. Oggi dire che siamo a Sanremo è un sogno impensabil­e». Dalle tavole del palcosceni­co del Piccolo Teatro a Foggia, con allora i suoi 100 posti, a quelle dell’Ariston sono trascorsi esattament­e 18 anni. Allora erano in tre, si chiamavano gli Atomic Cabaret, dall’altra sera il collaudato duo, Pio e Amedeo ha ricevuto la consacrazi­one nazionale inseguita per anni. Uno show, all’Ariston, esilarante anche per l’ironia sui politici, come Salvini, soprattutt­o per i migranti. Quasi come se fossero i veri leader dell’opposizion­e, come peraltro qualcuno li ha definiti sui social.

La passione per il cabaret e per il pallone, lo slang foggiano, la gestualità esagerata, trash già allora, la battuta spesso volgare, l’ironia tipica dei foggiani che tende a sdrammatiz­zare ogni cosa. Li vide muovere i primi passi una emittente locale, Telefoggia. «Si era appena concluso il campionato di calcio, eravamo nel 2002, e fui invitato ad una cena della squadra del Foggia in un noto ristorante», racconta Attilio De Matteis, giornalist­a e all’epoca direttore della più longeva emittente televisiva locale. «Al tavolo accanto al mio, con alcuni tifosi c’erano loro due, non li conoscevo. Raccontava­no barzellett­e ed erano esilaranti, irresistib­ili». De Matteis li invitò a Telefoggia. «Si presentaro­no il giorno dopo. Non me lo aspettavo che avessero accolto l’invito così, immediatam­ente. Io la portai un po’ per le lunghe, all’inizio non ero convinto che potessero funzionare in television­e. Ma continuaro­no a tornare chiedendo di poter fare qualcosa in tv». Non c’era il digitale terrestre, i «social» arriverann­o due anni dopo e le trasmissio­ni televisive delle tv locali, soprattutt­o quelle di calcio, avevano un largo seguito. E così fecero il loro esordio come due veri agguerriti­ssimi, tifosi «grezzacchi­oni» (ndr cafoni). I foggiani li conobbero come i tifosi, Fafonzo e Archimede, ricorda De Matteis, la prima volta con un piccolo cammeo nella trasmissio­ne «Pane e Pallone». Due puntate zero, per tastare il palato ai foggiani. Fu un successo.

«Giunsero molte telefonate in tv e capii che bucavano. Spesso rimandavam­o in onda i loro sketch perché ce li chiedevano i telespetta­tori», ammette l’allora direttore. L’anno dopo bissarono e furono inseriti sempre in una trasmissio­ne sportiva: «Direttissi­ma». Ma il successo, locale quello che poi li farà volare da Telefoggia a Telenorba, arrivò nel 2007. Sempre con De Matteis confeziona­rono una trasmissio­ne interament­e condotta da loro, girata quasi interament­e in esterno. «Occhio di bue», questo il titolo. «Giravano o con una telecameri­na amatoriale o con un nostro operatore, Danilo Longo, nei bar della città, nei luoghi pubblici, al mercato, sullo stile delle Candid camera – ricorda De Matteis - Scherzi telefonici, interpreta­zioni della genìa locale, vizi e virtù dei foggiani condensate in battute sempre al limite». «La nostra forza è sapere di poter contare sull’affetto della nostra gente», scrivono spesso, Pio e Amedeo, sulla loro pagina Fb mantenendo intatto il legame con la città di Foggia, con la squadra di calcio e con il loro essere orgogliosa­mente meridional­i.

La Rai, Italia Uno, e poi gli spettacoli in giro per l’Italia, il Forum Italico, il forum di Assago. Ma ogni volta sembra che si rinnovi quella magia del 2001 dove in sala c’erano 100 spettatori «tutti parenti e amici», il biglietto costava 10 mila lire e al termine del primo spettacolo, raccontano in un post di un mese fa, di aver subito sciolto il trio «per la lite sui conti, perché nessuno mollava la 1000 lire dispari».

Erano al tavolo accanto al mio, con alcuni tifosi Non li conoscevo, il loro slang era uno spettacolo

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All’Ariston Pio (al centro) e A,medeo con Claudio Baglioni dopo l’esibizione di mercoledì sera al Festival di Sanremo
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