Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Proteste dimenticate Il microtunnel oltre San Foca
Meno di un mese per completare il microtunnel in direzione Albania. Ma soprattutto oltre un chilometro di tubo interrato già pronto per connettere il tratto di costa al terminale di ricezione. Il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) viaggia in maniera spedita. Dopo le polemiche, le spese per ricorsi e le promesse di blocco dell’opera i mezzi meccanici vanno a pieno regime. E si è concluso anche il cantiere oltre Adriatico, in Albania.
Meno di un mese per completare il microtunnel in direzione Albania. Ma soprattutto oltre un chilometro di tubo interrato già pronto per connettere il tratto di costa al terminale di ricezione. Il gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) viaggia in maniera spedita. Dopo le polemiche, le spese per ricorsi (a carico dei contribuenti pugliesi) e le promesse di blocco dell’opera — tutte svanite sotto i colpi delle autorizzazioni già rilasciate — i mezzi meccanici vanno a pieno regime. Se qualche giorno fa è stato concluso il cantiere oltre Adriatico (resta in ballo solamente l’imbocco verso l’Italia), in Puglia i tempi per concludere le operazioni sono sempre più brevi.
Tanto che una ventina di giorni fa la talpa che sta perforando a 15 metri di profondità è passata sopra la spiaggia di San Foca e ora è a poco più di 300 metri dalla meta. Ovvero il punto di innesto tra fondale e sottosuolo. Il foro, di tre metri di diametro, permetterà al tubo (della larghezza di 90 centimetri) di arrivare dal mare al pozzo di spinta per una lunghezza complessiva di 1.540 metri. La «galleria», che sarà tutta ispezionabile, è stata realizzata per i due terzi e comunque sarà completata in anticipo rispetto alla data prevista, il 31 maggio. La situazione, secondo i tecnici, è più favorevole del previsto: la roccia perforata risulta essere compatta e ciò comporta una maggiore velocità nell’avanzamento. La talpa riesce a forare almeno 15 metri al giorno. Una volta raggiunto il punto di sbocco il macchinario sarà lasciato in profondità in attesa dell’autunno. Perché nella stagione estiva non si potrà fare alcun lavoro. Ci vorranno dieci giorni per togliere la talpa, poi arriverà la nave che stende i tubi in acciaio. Il primo passo sarà quello di posare due chilometri di condotta che sarà tirata verso il pozzo di spinta per essere agganciata alla rete generale.
Sul lato terra, in località Masseria del Capitano, sono stati avviati i lavori di movimentazione terra e di realizzazione delle fondazioni dei due principali edifici previsti per il terminale di ricezione. Lungo la linea del gasdotto, negli oltre 8 chilometri che uniscono l’impianto alla costa a febbraio è iniziata la posa dei primi tubi nelle trincee dei «cluster» (della profondità di circa 3 metri) come previsto dopo la suddivisione del tragitto in 10 zone in.
È stato concluso il primo lotto (il numero 5) da oltre un chilometro dove sono stati rimossi gli ulivi in attesa di essere ripiantati. Tuttavia, la gran parte delle piante risulta essere stata infettata dal batterio della Xylella, quindi si sta decidendo come gestire la situazione: l’obiettivo è ripiantumare dopo aver innestato varietà resistenti all’epidemia delle piante. Un’altra sezione di cantiere interessa la strada provinciale dove i tubi sono ben visibili. Infine, l’ultimo fronte di intervento è il terminale di ricezione. Anche in questo caso il cantiere procede spedito. Nell’area si trova una «pagghiara» in ottimo stato di conservazione (costruzione rurale simile ai trulli costruita con il materiale di risulta dei lavori di dissodamento dei terreni agricoli). Tap ha deciso di preservare la struttura affinché resti al suo posto anche dopo la costruzione del terminale. «Nelle fasi di cantiere — fa sapere l’azienda — una barriera proteggerà la costruzione in pietra a secco sotto gli occhi vigili e attenti di un team di archeologi».