Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il nuovo ospedale in area da bonificare Bufera a Taranto
È una zona alle porte di Taranto inserita nei piani di bonifica Le autorità replicano: «Troppo distante per essere a rischio»
L’ inquinamento avvelena anche i progetti che riguardano Taranto. Il nuovo ospedale San Cataldo si trova al centro di una polemica perché sfiorerebbe di un chilometro un’area inserita nei piani di bonifica della città. La Regione Puglia replica: «Troppo distante per essere a rischio».
L’inquinamento, a torto o a ragione, avvelena ogni progetto tarantino. Ora è caduto dentro la grande pentola ambientale in perenne ebollizione anche il nuovo ospedale di Taranto. Il «San Cataldo», ancora tutto da realizzare con i suoi 715 posti letto, si trova al centro di una polemica perché sfiorerebbe di un chilometro circa l’area Sin (sito di interesse nazionale) della Salina Grande, rimanendone all’esterno. Si tratta di una zona di 9.8 chilometri quadrati alle porte della città che rientra nel programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale.
Il sito su cui sarà costruito il nuovo ospedale dei tarantini è abbastanza lontano da non correre il rischio di essere realizzato, però, vicino a terreni trovati contaminati, oltre la concentrazione di soglia, con arsenico, berillio, stagno, tullio, vanadio e cobalto? Oppure la distanza è tale da metterlo al riparo da possibili rischi? Giovedì, durante la riunione del nucleo tecnico «Tavolo Taranto» del Contratto istituzionale di sviluppo (Cis), fonti del commissario per le bonifiche, Vera Corbelli, hanno escluso ogni pericolo. Secondo l’agenzia Agi, non ci sarà alcuno stop nell’iter che porta alla realizzazione della struttura ospedaliera perché il luogo scelto «risulta ubicato fuori dalla zona Salina Grande, in prossimità della strada statale di collegamento Taranto-San Giorgio Jonico». Aggiungono che «la situazione della Salina Grande certamente presenta criticità di carattere ambientale, ma non interferisce con la realizzazione dell’ospedale». Fonti della Asl Taranto, inoltre, osservano che il progetto è previsto «non in territorio Sin e la distanza tra il sito scelto per l’ospedale e la Salina Grande sarebbe di circa 2,5 km».
L’assessore regionale allo Sviluppo economico, il tarantino Cosimo Borraccino, riduce la distanza tra Sin e ospedale a «circa un chilometro», conferma che «ogni preoccupazione appare ingiustificata» e bolla le indiscrezioni sul possibile blocco delle operazioni finalizzate all’apertura del cantiere come fonti di «confusione e allarmismo». Ammette, in ogni caso, che «l’argomento è di una tale importanza e delicatezza che siamo i primi a pretendere la massima attenzione e cautela in tutte le procedure amministrative, per tutelare la salute dei cittadini tarantini e per evitare di incorrere in errori che potrebbero pregiudicare il regolare completamento dell’opera. Tutto procede regolarmente per il raggiungimento di un obiettivo di strategica importanza per il territorio jonico, al fine di garantire il diritto alla salute e standard sempre più elevati nei servizi sanitari resi in favore dei cittadini di Taranto e di tutta la provincia».
Tutta l’attuale (e improvvisa) discussione prende origine dall’ordinanza che il sindaco di Taranto emanò l’1 marzo scorso. Tre mesi fa Rinaldo Melucci vietò, dopo aver conosciuto i risultati delle analisi del commissario per le bonifiche e l’invito alla massima precauzione fatto dalla Asl, «lo svolgimento di attività che comportino il contatto dermico con il terreno, l’inalazione di polveri da esso provenienti, la produzione primaria di alimenti e mangimi di qualsiasi natura (compreso il pascolo), l’asportazione e scavo di terreno, nonché di sollevamento di polveri».
Ora anche la Regione, tramite la responsabile del Dipartimento Qualità urbana, Ecologia e Paesaggio, Barbara Valenzano, vuole vederci chiaro. Il 20 maggio ha inviato una nota a Comune, Arpa, Corbelli, Asl, ministero, per avere formalmente i risultati delle analisi, conoscere la valutazione ambientale strategica, capire se, pur costruendo l’ospedale a distanza di un chilometro, non occorra tenere in conto i fattori di trasporto degli elementi inquinanti, se sul terreno di costruzione ci sono deposizioni inquinate.
Il posto
Il luogo scelto per la costruzione «risulta ubicato fuori dalla zona Salina Grande»
La domanda
La Regione ha chiesto i risultati delle analisi e la valutazione ambientale strategica