Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Zucchero bianco, di canna grezzo e fruttosio
Il punto su cosa davvero mettiamo della tazzina
Il saccarosio, ovvero lo zucchero che più comunemente utilizziamo per dolcificare le bevande e per preparare i dolci proviene dalla barbabietola o dalla canna da zucchero e si forma dentro queste piante come esito del loro metabolismo, perché in pratica rappresenta una riserva energetica per la pianta. Quello che arriva nella nostra dispensa deriva da una lavorazione industriale che prevede l’estrazione della componente zuccherina accompagnata da una lunga lavorazione con alternanza di trattamenti termici e addizione di sostanze chimiche, (depurazione, concentrazione, raffinazione e cristallizzazione) fino ad arrivare al cosiddetto zucchero bianco come noi lo conosciamo costituito unicamente da saccarosio e senza altri nutrienti presenti in abbinamento nella pianta originaria. Il saccarosio per essere assunto dall’organismo ha bisogno di calcio e vitamine che in mancanza di meglio, il nostro corpo ricava dalla demineralizzazione dei denti. Non solo, importanti effetti sono quelli causati dal picco di insulina che
si crea improvvisamente nel nostro corpo chiamato a riequilibrare la presenza degli zuccheri nel sangue. Lo zucchero di canna grezzo, dall’aspetto sabbioso e dal sapore amarognolo, quindi non quello cristallizzato, è il più salutare visto che non ha subito trattamenti chimici che ne hanno deteriorato la natura. In ogni caso è bene non abusarne. Il fruttosio è un altro zucchero che troviamo in natura ed è contenuto nella frutta. E’ un monosaccaride che insieme al glucosio forma il saccarosio, quindi possiamo dire che è una parte dello zucchero precedentemente descritto. Esprime un alto potere dolcificante, in media il doppio rispetto al saccarosio, pur avendo un più basso indice glicemico. Attenzione però perchè il fruttosio viene elaborato dal fegato che lo stocca sotto forma di glicogeno; se non può più stoccarlo come glicogeno la molecola viene trasformata in lipidi quindi cuscinetti di grasso ed inoltre dal metabolismo del fruttosio si forma acido urico che deve essere smaltito dai reni. Ne risulta che il fruttosio non è indicato per chi ha problemi di fegato e di reni ed in ogni caso mai consumarlo in grandi quantità. Inoltre se nella nostra dispensa arriva cristallizzato è anch’esso frutto di una lavorazione chimica.
LO ZUCCHERO DI CANNA GREZZO È PIÙ SALUTARE MA NON BATTE IL MIELE