Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Via alla battaglia delle primarie
Emiliano prova a ricompattare la sua maggioranza. Ma i renziani candidano Bellanova
Nel vertice del centrosinistra Emiliano (foto) ha provato a ricompattare i suoi, lanciando la sua candidature alle primarie. I renziani intanto lanciano la candidatura dell’ex viceministra Teresa Bellanova.
Non scoppia la pace, ma BARI neppure la guerra. Piuttosto la maggioranza di centrosinistra, riunita attorno a Michele Emiliano, firma un accordo di appeasement: concessioni reciproche per evitare lo scontro. Il governatore promette la ricandidatura agli uscenti, gli assessori restano in carica (compreso i contestati Totò Ruggeri e Leo di Gioia) e ognuno può portare a casa quello che in cuor suo aspirava ad ottenere.
Alla fine di quattro ore di discussione (e liti) il centrosinistra prova a compattarsi per affrontare l’ultimo anno di legislatura. Emiliano esce dall’aula dell’incontro e parla a nome della coalizione. Ma siccome vuole evitare di essere smentito dai fatti, chiede e ottiene la firma di un comunicato congiunto. «La maggioranza – si legge – ha fiducia nell’attuale governo guidato da Emiliano e condivide la decisione di quest’ultimo di ricandidarsi».
Il patto si fonda su vari punti: 1) la giunta sosterrà l’attività dei consiglieri in Aula e nei territori, segno che talvolta si parla lingue diverse; 2) la maggioranza «apprezza» la decisione di Emiliano di aprirsi alle primarie, nonostante, da uscente, egli possa ricandidarsi senza farvi ricorso; 3) il centrosinistra auspica «eventuali candidature alle primarie»; 4) si chiede «un accordo politico» con l’assessore di Gioia, dichiaratosi pro Lega al voto per le Europee. «Quella dichiarazione – chiosa Emiliano con i giornalisti – è incompatibile con il centrosinistra». Tuttavia Di Gioia, che resta uomo di destra, è disponibile a stringere «un patto» con il centrosinistra. Per questo «resta in giunta» e si «candiderà con noi» nel 2020. È uno dei punti cruciali.
Nel vertice a porte chiuse tra Piemontese (Pd), Cera (Udc) e di Gioia sono volate parole acuminate. Il primo ha invitato l’assessore all’agricoltura a essere «coerente». Il secondo a scegliere tra la presidenza Ismea, offertagli dal ministro leghista Centinaio, e la poltrona di assessore. Di Gioia ha replicato al primo di essere sempre stato di centrodestra, coalizione da cui si è distaccato per le polemiche interne che la squassavano. A Cera ha rinfacciato di avere votato Forza Italia alle Europee per sostenere il leader udc Lorenzo Cesa, candidato con gli Azzurri. Emiliano ha chiuso la discussione schierandosi con di Gioia.
Si capisce: il governatore non vuole toccare la giunta (e per questo difende l’assessore Ruggeri dagli attacchi dei suoi amici Udc) perché modificarla sarebbe più complicato che farla sopravvivere. Ora però Emiliano dovrà fare i conti con un di Gioia che non dà nulla per scontato: l’accordo auspicato dovrà essere un vero negoziato. Sempre che il governo non cada, non si vada alle urne e di Gioia non decida di lasciare la Puglia per un seggio parlamentare.
Anche i sei dissidenti di «Centra il futuro» – Amati in testa – hanno punzecchiato di Gioia: «Vuole o non vuole l’autonomia che piace alla Lega? Questa la risposta che dovrebbe dare». Detto ciò, i sei non sono stati aggressivi come ci si aspettava ma all’uscita erano soddisfatti: forse i malumori non sono rientrati. «Amati vuole ridurre le liste d’attesa? Giusto – dice Emiliano – e mi aspetto che collabori con la ministra della salute, Giulia Grillo. Poi però inserisca nei suoi argomenti anche il fatto che la Puglia è la Regione che è migliorata di più in fatto di sanità».
Con l’incontro di ieri è cominciata la campagna elettorale. Emiliano si prepara a schierare le sue liste. Una sarà composta da persone esterne alla politica, che rispondono a istanze del mondo cattolico e ambientalista. Si chiamerà «Con».
Alle primarie è già pronto il sociologo Leo Palmisano. «Bravo e competente – dice Emiliano – ma deve essere sostenuto da un gruppo del centrosinistra. Le primarie non sono X Factor». Il governatore, infine, garantisce di far approvare due leggi citate dal programma: quella contro la omotransfobia (gli organizzatori del Gay Pride hanno rinunciato al patrocinio regionale in polemica con la lentezza nell’esame) e quella elettorale. Ieri è stata esclusa l’eliminazione del voto disgiunto e si è promessa la doppia preferenza di genere. La sensazione è che la legge vigente non sarà toccata.
Palmisano «La candidatura di Leo Palmisano? Se è sostenuto va bene, ma non siamo a X-factor»