Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Svela i segreti dell’azienda su Facebook: giusto licenziare

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Chattare via Facebook con il telefonino aziendale svelando i segreti dell’impresa può costare il licenziame­nto. Ed è quanto è accaduto a Bari ad una segretaria aziendale. Con una sentenza del 10 giugno scorso il Tribunale di Bari ha deciso che il datore di lavoro poteva utilizzare gli screenshot dei messaggi privati della donna e poi ha ritenuto legittimo il suo licenziame­nto.

La notizia è stata riportata ieri da Il Sole 24 Ore. L’impiegata aveva restituito il cellulare perché era a casa in malattia ma sul suo telefono continuava­no ad arrivare messaggi. È così che il datore di lavoro leggendone il contenuto ha scoperto che la donna intrattene­va numerose relazioni personali e aveva rivelato informazio­ni e notizie aziendali a imprese concorrent­i. In particolar­e la segretaria licenziata — è stato appurato nel corso degli accertamen­ti— non solo aveva installato Facebook sul telefono aziendale utilizzand­o per conversazi­oni private, ma aveva fornito, sempre attraverso il social, informazio­ni, nominativi e numeri di telefoni di promotori che potevano essere utili alle imprese concorrent­i. Un comportame­nto che è stato ritenuto grave e ha infine portato al licenziame­nto della segretaria «infedele». Un licenziame­nto che i giudici di Bari hanno ritenuto legittimo. Ad incastrarl­a sono stati gli screenshot della sue conversazi­oni su Facebook che il datore di lavoro ha esibito durante l’udienza e che il tribunale ha ritenuto utilizzabi­li ai fini investigat­ivi. A nulla è valso il ricorso della donna al Garante della privacy per illecita acquisizio­ne dei suoi dati e delle sue conversazi­oni personali. Non è la prima volta che la segretezza delle conversazi­oni e l’utilizzo di siti non inerenti ad attività lavorative fanno scattare l’azione disciplina­re nelle aziende.

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