Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Rinunce e complotti, primarie subito al veleno
Voto nel 2020, il rebus del centrosinistra e il possibile impegno di Amati Nel Pd clima avvelenato dalle vicende del Csm. Emiliano sotto attacco
Via, con doppio registro, alla corsa verso le primarie del centrosinistra: da un lato la rinuncia di Teresa Bellanova e dall’altro il clima cupo che si registra nell’entourage di Emiliano. Gli uomini del governatore sono stupiti per quello che sta emergendo sul Csm e di come l’organo dei magistrati, che ha sanzionato Emiliano, sia permeabile alle infiltrazioni della politica. Arriva il candidato alle primarie di «C-entra il futuro».
Le primarie del centrosinistra saranno celebrate in un clima cupo di sospetti. Che si debbano fare è praticamente certo: se pure la senatrice Teresa Bellanova (Pd) annuncia di rinunciare alla candidatura, si dicono pronti ad avanzare una proposta i sei dissidenti di «C-entra il futuro». Una personalità che si accompagnerebbe all’unico nome in campo, quello del sociologo Leo Palmisano. Insomma i gazebo sono sicuri. E sicuro è il clima plumbeo che li accompagnerà. Il governatore Emiliano smentisce le indiscrezioni sulle parole che sarebbero state da lui pronunciate durante la riunione di maggioranza di lunedì. Avrebbero alluso a quello che sta venendo alla luce sul caso relativo al Csm, in particolare ai rapporti tra alcuni magistrati e il parlamentare renziano Luca Lotti.
Emiliano allo stato attuale delle cose non vuole fare dichiarazioni. I suoi collaboratori lo definiscono pensieroso e preoccupato di essere finito in un ingranaggio perverso. Fanno rilevare la circostanza che alcuni dei consiglieri dimissionari dal Csm sono gli stessi che, in vario modo, hanno trattato il procedimento in cui Emiliano è stato condannato (sanzione dell’ammonimento) per essere stato iscritto ad un partito politico.
L’entourage del governatore ricorda che contro la sanzione è stato proposto ricorso in Cassazione. Ma non è questo il
punto. Ciò che più inquieta i collaboratori di Emiliano è sapere quanto il Csm sia permeabile alle infiltrazioni della politica e, se ne deduce, ai suoi desiderata.
Avaro di commenti sul Csm,
il governatore anche ieri ha sottolineato di essere «pronto alle primarie», dopo aver preso atto che Bellanova non ci sarà. In effetti l’ex viceministra – candidata da Fabrizio Ferrante, suo compagno di corrente in Sempre avanti – si chiama fuori. «Se in Puglia – dice Bellanova – c’è un’urgenza della quale mi faccio carico, non sono certo i nomi dei candidati alle primarie, tantomeno il mio. Le priorità sono altre». Le elenca: le crisi di Mercatone Uno, l’agenzia portuale di Taranto, l’Ilva, la sanità, le liste d’attesa, la xylella e la gestione delle risorse per l’agricoltura.
L’ex viceministra trova «sconcertante» la discussione sulle candidature alle primarie, «mentre non è stato ancora affrontato e risolto il caso di Gioia», l’assessore regionale che mostra simpatia pro Lega. «Registro la gara a derubricare l’elezione di un europarlamentare leghista sostenuto dall’assessore – spiega Bellanova – e la sconfitta, per una manciata di voti, di una candidata di qualità come Elena Gentile». Circostanza, si capisce, di cui Bellanova fa carico alla giunta regionale.
Non è finita. La senatrice attacca il segretario del Pd, Marco Lacarra, per non aver indicato «il calendario di incontri» con i territori, «propedeutico alla costruzione della proposta del centro-sinistra» per le Regionali 2020. Così come si duole del silenzio di Lacarra e del segretario nazionale sui «reiterati, rozzi e sgrammaticati attacchi del presidente Emiliano contro esponenti politici pd», Bellanova compresa. «Qualsiasi altra discussione – conclude la senatrice pd – non può prescindere da questi passaggi. E dalla opportunità di indicare personalità politiche capaci di incarnare un progetto per la Puglia. Nomi e personalità che nel nostro campo di certo non mancano». Insomma: l’ex viceministra si chiama fuori e si riserva la possibilità di indicare altre personalità.
Un nome arriverà, di certo, da «C-entra il futuro». È possibile che sia il leader del gruppo, Fabiano Amati, o un altro dei sei consiglieri. Pare che anche Sergio Blasi sia interessato.
Il tempo è maturo: tante volte la frangia ostile a Emiliano ha lamentato i tempi contratti che il governatore avrebbe voluto dettare. Ora, con la certezza di andare ai gazebo non prima del prossimo autunno, chi volesse sfidare il governatore non ha che da dirlo.