Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Ai bordi dell’identità» Al Must la videoarte curata da Giacomo Zaza
S’inaugura questa sera al Must di Lecce (ore 19.30) la mostra «Ai bordi dell’Identità», opere di videoarte dalla Fondazione Han Nefkens di Barcellona in un percorso espositivo ideato e curato da Giacomo Zaza. La mostra, che sarà visibile fino all’8 settembre, presenta opere che affrontano il tema dell’identità interculturale: questioni sociali, etniche e di genere che invitano a una riflessione sui processi di trasformazione in atto nel mondo contemporaneo. Quindici artisti provenienti da Occidente, Americhe, Africa, Asia e Medio Oriente, propongono considerazioni sociologiche e culturali da punti di vista differenti.
La tematica dell’oppressione delle donne nei territori di guerra dell’Isis è affrontata con sguardo documentaristico dal video di Erkan Özgen (Derik, Turchia, 1971) Purple Muslin (2018). Shirin Neshat (Qazvin, Iran, 1957) in Tooba (2002) propone, attraverso l’allegoria di un albero, la risoluzione delle tensioni tra uomini e donne grazie alla dimensione trascendente e spirituale. Maya Watanabe (Lima, Perù, 1983) nel video Liminal (2019) si sofferma sui genocidi avvenuti in Perù. Arash Nassiri (Teheran, 1986) in Tehran-geles (2014) ci palesa, sovrapponendo in maniera surreale le città di Teheran e Los Angeles, le urgenze che muovono migliaia di persone alla migrazione. Sempre sulle dinamiche migratorie si soffermano Ramin Haeri-zadeh (Tehran, 1975), Rokni Haerizadeh (Tehran, 1978), Hesam Rahmanian (Knoxville, 1980) con From Sea to Dawn (2016-2017). Bárbara Sánchez Barroso (Lleida, Spagna, 1987) in Paradise (2017) sovrappone le registrazioni vocali di un migrante ad immagini dalla valenza simbolica.
Il tema della libertà è affrontato da Zwelethu Mthethwa (Durban, Sudafrica, 1960) in Flex (2002) attraverso la metafora dello sforzo e della fisicità, mentre la fine dell’utopia comunista sovietica è l’argomento del video Di-sappearance of a Tribe (2005) di Deimantas Narkevicius (Utena, Lituania, 1964). Questioni sociali sono i soggetti dei lavori di Araya Rasdjarmrearnsook (Trad, Thailandia, 1957) sulla condizione della sieropositività in Thailandia, e di Gabriel Mascaro (Recife, Brasile, 1983) sulla disabilità fisica nella società brasiliana. Un approfondimento della videoarte latinoamericana è proposto da una selezione di opere tratte dall’edizione 2018 del Premio de Producción de Video Arte Fundación Han Nefkens - CAC Quito 2018. Cinque artisti di nazionalità o di origine latinoamericana testimoniano la vivacità di questo background culturale: si tratta di Adrian Balseca (Quito, Ecuador, 1989), Javier Castro (La Habana, Cuba, 1984), Jonathas de Andrade (Maceió, Alagoas, Brasile, 1982), Luis Gómez Armenteros (La Habana, Cuba, 1968) e Beatriz Santiago Muñoz (San Juan, Porto Rico, 1972).
In contemporanea, sempre oggi al Must, s’inaugura anche la mostra «I lumi di Chanukkah» a cura di Daria Carmi (dalla collezione della Fondazione Arte, Storia e Cultura Ebraica di Casale Monferrato), che da Materaarriva ora al Must di Lecce dove rimarrà fino al 22 settembre.