Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il sindaco: niente lavoro sotto il solleone per i braccianti agricoli

La misura in vigore a Nardò da domani al 31 agosto Stop alla raccolta dalle 12,20 alle 16,30. Multe di 500 euro

- Salvatore Avitabile

La tragedia di Abdullah Muhamed non è stata mai dimenticat­a. Il bracciante agricolo del Sudan aveva 47 anni e il 20 luglio di quattro anni fa fu colto da malore nelle campagne tra Nardò e Porto Cesareo mentre era impegnato nella raccolta di pomodori. Morì nonostante i soccorsi dei suoi compagni di lavoro, altri braccianti immigrati. La tragedia di Abdullah Muhamed fece molto scalpore e così il Comune di Nardò, sfidando anche gli imprendito­ri agricoli e le associazio­ni di categoria, ha vietato il lavoro nelle campagne durante le ore più calde. Una decisione che di fatto ha scongiurat­o altre vittime nelle campagne.

Così anche quest’anno il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, ha firmato l’ordinanza che, a partire da domani e fino al 31 agosto, vieterà il lavoro nei campi nella fascia oraria compresa tra le 12.30 e le 16.30. «Del resto, non mancano episodi di cronaca negli ultimi anni, in tutta la Puglia e anche nei campi del vasto agro neretino, che testimonia­no i drammatici rischi sulla salute dei lavoratori che comporta lo sforzo in quelle ore della giornata particolar­mente calde», spiega il sindaco Mellone secondo cui «peraltro, la raccolta delle angurie e di altri ortaggi in questo periodo dell’anno fa crescere la forza lavoro nelle campagne e quindi le conseguenz­e correlate. Vietare il lavoro nel momento più critico della giornata, pertanto, rappresent­a la più importante azione a tutela della salute dei braccianti». Negli anni scorsi il provvedime­nto era stato osteggiato da alcune aziende agricole che però hanno perso i ricorsi davanti al Tar e al prefetto. Lo scorso anno Coldiretti aveva chiesto una rimodulazi­one degli orari. Al provvedime­nto sono interessat­e una ventina di aziende agricole che utilizzano alcune centinaia di braccianti agricoli, soprattutt­o immigrati. In questo periodo nelle campagne di Nardò c’è la raccolta delle angurie, poi toccherà ai pomodori. Chi viola l’ordinanza pagherà fino a 500 euro di multa. «Il divieto, circoscrit­to alle quattro ore, non pregiudica la normale giornata lavorativa per braccianti e aziende, viste le tante ore di luce naturale dei mesi estivi», dice ancora il sindaco di Nardò. Che conclude: «I fatti lo dimostrano: l’ordinanza è riuscita in questi anni a tutelare le condizioni di salute dei lavoratori e nel proposito di scongiurar­e quella che è una certa forma di sfruttamen­to degli stessi. Siamo sempre convinti che sia un atto di civiltà, un tassello del mosaico di quella agricoltur­a etica su cui stiamo lavorando sin dal primo giorno in cui ci siamo insediati».

Proprio in questi giorni, inoltre, polizia e carabinier­i hanno potenziato i controlli per combattere lo sfruttamen­to del lavoro e il caporalato. Ieri a Marina di Ginosa, in provincia di Taranto, i carabinier­i hanno arrestato un «caporale» sudanese che sfruttava otto braccianti agricoli, tutti suoi connaziona­li, che lavorano in nero.

Pippi Mellone sindaco Nardò Un atto di civiltà per tutelare la salute di chi è al lavoro

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