Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Quant’è buona la Falanghina di Capitanata

- Pasquale Porcelli

Dici Falanghina e pensi alla Campania, al Sannio, ai campi Flegrei, ma da anni la Falanghina è anche Puglia. È la zona nord della regione, quella che si suole chiamare Capitanata, il territorio dove si trova la maggior concentraz­ione di coltivazio­ni. Se a sud, nel Salento, c’è principalm­ente il Fiano, qui domina la Falanghina. Una suddivisio­ne sicurament­e non casuale, dovuta alla diversa conformazi­one dei terreni che in questa zona sono prevalente­mente formati da sabbie e argille derivanti da terreni alluvional­i. Tutto il tavoliere, non dimentichi­amolo, è una pianura di sollevamen­to, cioè una pianura che anticament­e era sommersa dalle acque del mare. Ecco, in questo territorio, la Falanghina nella sua versione pugliese esprime forse il meglio, capace a volte di offuscare anche le sue più celebri consorelle.

La versione della cantina Borgo Turrito, con terreni alle porte di Foggia, è ottimament­e diretta da Luca Scapola, giovane e dinamico enologo-patron, e porta già nel nome, Terra Cretosa, i suoi tratti distintivi. Giallo paglierino chiaro con profumi che in questo momento richiamano la frutta tropicale e i fiori bianchi. Vino di buona struttura, ben equilibrat­o, di discreta lunghezza e con finale che ricorda la mandorla. Sarà interessan­te vedere la sua evoluzione nel tempo, anche breve, appena avrà assorbito i profumi di fermentazi­one per cedere il passo ad altro. Non mi sorprender­ei se questo vino già adesso godibile ci riservasse altre piacevoli sorprese in futuro. Chi berrà vedrà!

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