Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Gentile sì, Amati forse Emiliano alle primarie trova due rivali del Pd
Il leader di C-entra il futuro: «Non faccio passi avanti perché oggi verrei criticato»
Si aprono i giochi per le primarie del centrosinistra. Da un lato si aspetta la prossima settimana per avere la ufficializzazione della candidatura di Elena Gentile. Dall’altro, Fabiano Amati avverte che l’associazione che guida (C-entra il futuro) è «in campo». Pare l’annuncio ad un impegno diretto suo o di qualcuno degli altri 5 consiglieri che compongono il gruppo. Si discute inoltre sull’albo degli elettori: Amati chiede che le primarie siano «aperte».
Due preoccupazioni nutre Fabiano Amati, consigliere regionale pd, leader dell’associazione interpartitica di C-entra il futuro. La prima. «Noi siamo in campo» risponde a chi invoca attivismo in vista della scelta del candidato governatore. La seconda: prevalenza, dice, alle «questioni di merito,cioè i problemi della gente». Ne terremo conto nella conversazione.
Ma, prima, parli delle primarie. Il tavolo del centrosinistra ha decretato si debbano tenere entro novembre.
«Abbiamo sempre chiesto le primarie per spazzare via le perplessità e per costruire alleanze. Come abbiamo sempre detto, la legge elettorale consiglia una coalizione larga per prendere un voto in più degli avversari e vincere la partita». Novembre è una buona data?
«Sì. Ovviamente chiedo che nessuno si impicchi al calendario, per il mese in più o in meno. Tanto più che, al momento, non si può dire ancora quale sia il momento giusto, visto che non si conosce la data del voto: una cosa è votare a marzo, un’altra a maggio».
Il gruppo riunito attorno a Giusta Causa dice gennaio o febbraio.
«Vedo che per loro il tema è dirimente. Vorrei però avvertire che se la data è importante, il valore della coalizione larga lo è di più. L’importante è stare assieme, sfidarsi e accettare la sfida».
Sempre dalle parti di Giusta causa si invoca la necessità di un albo degli elettori delle primarie.
«Io invece dico primarie aperte. Qui non siamo al congresso di un partito. Le primarie servono a selezionare il programma e il candidato che hanno la possibilità di prendere un voto in più degli avversari».
Ammettere tutti non rischia di inquinarne l’esito?
«Non capisco l’obiezione. Le primarie simulano le elezioni vere, quando votano tutti. E allora perché frenare l’accesso? L’albo degli elettori risponde ad una visione politicista, nel migliore dei casi. O è il frutto di chi si erge a giudice morale e pretende di dire qual è l’elettore buono e quello cattivo».
Non ritiene che sia arrivato il momento che gli sfidanti di Emiliano si mettano in mostra?
«Il momento adatto è quando si fisa il termine per presentare la candidatura. In mancanza di questa indicazione, ogni uscita rischia di essere effimera».
Più tardi si presentano e meno tempo avranno per portare le proprie idee in giro per la Puglia. Non crede?
«Nella società contemporanea, dove bastano pochi click a raggiungere milioni di persone, non nutrirei questa preoccupazione. Noi siamo interessati molto di più ad essere presenti sui temi concreti: lotta contro le liste d’attesa, contro i consorzi di bonifica, contro la lentezza nella costruzione degli ospedali. Sono cinque anni che io e gli altri colleghi dell’associazione insistiamo per fare qualcosa di utile per i pugliesi. Del resto, mi sembra sia visibile».
Esatto, spesso in dissenso con Emiliano, al punto che pare una base programmatica per sfidarlo alle primarie. Lei si candida?
«Se rispondessi a questa domanda, qualcuno direbbe che ho il prolasso dell’Ego». Li lasci dire.
«Noi – io e C-entra il futuro – stiamo provando a costruire un gruppo largo con cui condividere un punto di vista comune sui tanti punti programmatici che abbiamo sollevato in questi anni: agricoltura, liste d’attesa, acqua e fogna da portare ai pugliesi, lotta all’autonomia rafforzata che significa più soldi al Nord. Cioè concretezza, soprattutto per chi come me viene da un partito di programma (la Dc, ndr) e non ideologico. Su quei punti, sui quali lei dice siamo talvolta in dissenso con Emiliano, si troverà qualcuno capace di fare sintesi. E sia in grado di partecipare alle primarie: questo non è un mistero».
Ma perché non farlo ora? «Perché, chiunque sia, dovrebbe saper leggere nella sfera di cristallo. Qual è il perimetro esatto della coalizione? Quali sono i tempi precisi del voto? Quali le persone coinvolte? E tuttavia non siamo silenti, la nostra campagna elettorale è ogni giorno».
Sembra che si voglia sfuggire al tema.
«No. Non vogliamo glissare, ma riordinare le idee politiche, perché la politica è occuparsi di fatti concreti. Vogliamo capire meglio le modalità con cui si andrà alle primarie. Ma le modalità non possono far dubitare sul fatto che noi ci siamo, noi siamo in campo, siamo della partita. Mai e poi mai a noi si potrà contestare la mancanza di tempestività».
Il presidente uscente non sarà avvantaggiato nel confronto con chi si presenta tardi sulla scena?
«Siamo uscenti anche noi, almeno come lui. Non siamo in ritardo. Penso che ci sia bisogno di una coalizione larga e questa non si costruisce facendo i forzuti, ma con la pazienza».
Novembre è una buona data per i gazebo ma nessuno si impicchi al calendario: si pensi a restare uniti
Io dico consultazioni aperte, tutti vadano a votare Non siamo al congresso di un partito
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Il ritardo Svantaggiati rispetto al governatore uscente? Siamo uscenti anche noi, non c’è ritardo. Ora è importante costruire una coalizione larga