Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Gentile sì, Amati forse Emiliano alle primarie trova due rivali del Pd

Il leader di C-entra il futuro: «Non faccio passi avanti perché oggi verrei criticato»

- Di Francesco Strippoli

Si aprono i giochi per le primarie del centrosini­stra. Da un lato si aspetta la prossima settimana per avere la ufficializ­zazione della candidatur­a di Elena Gentile. Dall’altro, Fabiano Amati avverte che l’associazio­ne che guida (C-entra il futuro) è «in campo». Pare l’annuncio ad un impegno diretto suo o di qualcuno degli altri 5 consiglier­i che compongono il gruppo. Si discute inoltre sull’albo degli elettori: Amati chiede che le primarie siano «aperte».

Due preoccupaz­ioni nutre Fabiano Amati, consiglier­e regionale pd, leader dell’associazio­ne interparti­tica di C-entra il futuro. La prima. «Noi siamo in campo» risponde a chi invoca attivismo in vista della scelta del candidato governator­e. La seconda: prevalenza, dice, alle «questioni di merito,cioè i problemi della gente». Ne terremo conto nella conversazi­one.

Ma, prima, parli delle primarie. Il tavolo del centrosini­stra ha decretato si debbano tenere entro novembre.

«Abbiamo sempre chiesto le primarie per spazzare via le perplessit­à e per costruire alleanze. Come abbiamo sempre detto, la legge elettorale consiglia una coalizione larga per prendere un voto in più degli avversari e vincere la partita». Novembre è una buona data?

«Sì. Ovviamente chiedo che nessuno si impicchi al calendario, per il mese in più o in meno. Tanto più che, al momento, non si può dire ancora quale sia il momento giusto, visto che non si conosce la data del voto: una cosa è votare a marzo, un’altra a maggio».

Il gruppo riunito attorno a Giusta Causa dice gennaio o febbraio.

«Vedo che per loro il tema è dirimente. Vorrei però avvertire che se la data è importante, il valore della coalizione larga lo è di più. L’importante è stare assieme, sfidarsi e accettare la sfida».

Sempre dalle parti di Giusta causa si invoca la necessità di un albo degli elettori delle primarie.

«Io invece dico primarie aperte. Qui non siamo al congresso di un partito. Le primarie servono a selezionar­e il programma e il candidato che hanno la possibilit­à di prendere un voto in più degli avversari».

Ammettere tutti non rischia di inquinarne l’esito?

«Non capisco l’obiezione. Le primarie simulano le elezioni vere, quando votano tutti. E allora perché frenare l’accesso? L’albo degli elettori risponde ad una visione politicist­a, nel migliore dei casi. O è il frutto di chi si erge a giudice morale e pretende di dire qual è l’elettore buono e quello cattivo».

Non ritiene che sia arrivato il momento che gli sfidanti di Emiliano si mettano in mostra?

«Il momento adatto è quando si fisa il termine per presentare la candidatur­a. In mancanza di questa indicazion­e, ogni uscita rischia di essere effimera».

Più tardi si presentano e meno tempo avranno per portare le proprie idee in giro per la Puglia. Non crede?

«Nella società contempora­nea, dove bastano pochi click a raggiunger­e milioni di persone, non nutrirei questa preoccupaz­ione. Noi siamo interessat­i molto di più ad essere presenti sui temi concreti: lotta contro le liste d’attesa, contro i consorzi di bonifica, contro la lentezza nella costruzion­e degli ospedali. Sono cinque anni che io e gli altri colleghi dell’associazio­ne insistiamo per fare qualcosa di utile per i pugliesi. Del resto, mi sembra sia visibile».

Esatto, spesso in dissenso con Emiliano, al punto che pare una base programmat­ica per sfidarlo alle primarie. Lei si candida?

«Se rispondess­i a questa domanda, qualcuno direbbe che ho il prolasso dell’Ego». Li lasci dire.

«Noi – io e C-entra il futuro – stiamo provando a costruire un gruppo largo con cui condivider­e un punto di vista comune sui tanti punti programmat­ici che abbiamo sollevato in questi anni: agricoltur­a, liste d’attesa, acqua e fogna da portare ai pugliesi, lotta all’autonomia rafforzata che significa più soldi al Nord. Cioè concretezz­a, soprattutt­o per chi come me viene da un partito di programma (la Dc, ndr) e non ideologico. Su quei punti, sui quali lei dice siamo talvolta in dissenso con Emiliano, si troverà qualcuno capace di fare sintesi. E sia in grado di partecipar­e alle primarie: questo non è un mistero».

Ma perché non farlo ora? «Perché, chiunque sia, dovrebbe saper leggere nella sfera di cristallo. Qual è il perimetro esatto della coalizione? Quali sono i tempi precisi del voto? Quali le persone coinvolte? E tuttavia non siamo silenti, la nostra campagna elettorale è ogni giorno».

Sembra che si voglia sfuggire al tema.

«No. Non vogliamo glissare, ma riordinare le idee politiche, perché la politica è occuparsi di fatti concreti. Vogliamo capire meglio le modalità con cui si andrà alle primarie. Ma le modalità non possono far dubitare sul fatto che noi ci siamo, noi siamo in campo, siamo della partita. Mai e poi mai a noi si potrà contestare la mancanza di tempestivi­tà».

Il presidente uscente non sarà avvantaggi­ato nel confronto con chi si presenta tardi sulla scena?

«Siamo uscenti anche noi, almeno come lui. Non siamo in ritardo. Penso che ci sia bisogno di una coalizione larga e questa non si costruisce facendo i forzuti, ma con la pazienza».

Novembre è una buona data per i gazebo ma nessuno si impicchi al calendario: si pensi a restare uniti

Io dico consultazi­oni aperte, tutti vadano a votare Non siamo al congresso di un partito

Il ritardo Svantaggia­ti rispetto al governator­e uscente? Siamo uscenti anche noi, non c’è ritardo. Ora è importante costruire una coalizione larga

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Il consiglier­e regionale pd Fabiano Amati
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Il consiglier­e regionale del Pd, Fabiano Amati, leader dell’associazio­n e interparti­tica denominata «C-entra il futuro»

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