Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Rifiuti in spiaggia Albergator­e ripulisce il Pizzo

- di Antonio Della Rocca

Visto che il Comune di Gallipoli non interviene a raccoglier­li, è stato il titolare dell’hotel Sirené a ordinare al suo personale di ripulire la spiaggia del parco di Punta Pizzo - una delle cartoline di Puglia - da una tonnellata di rifiuti.

Quasi 20 ettari di macchia mediterran­ea andati in fumo per assenza dei sistemi di prevenzion­e, quintali di spazzatura abbandonat­a nel sottobosco e sulle spiagge: il Parco Punta Pizzo di Gallipoli non se la passa bene. Il gioiello naturalist­ico gallipolin­o, a 13 anni dalla sua istituzion­e, resta per molti versi solo una potenziale risorsa, anche sotto l’aspetto turistico. Gli arenili sono abbandonat­i a sé stessi e Legambient­e, cui è affidata la gestione dell’oasi, non ha mezzi e risorse per mettere in pratica un’efficace e completa tutela di un’area protetta ampia 700 ettari.

L’incendio del 13 luglio scorso, probabilme­nte doloso, ha colpito al cuore il parco, divorando alberi e bassa macchia dunale. Senza il provvidenz­iale intervento di un canadair, le fiamme avrebbero potuto raggiunger­e il vicino Hotel Le Sirené che ha dovuto attivare le procedure di preallerta per un’eventuale evacuazion­e. Si è arrivati a questo punto a causa della mancanza

di una visione, di un progetto ben definito, di una prospettiv­a per uno dei più preziosi tesori del patrimonio ambientale pugliese, con i suoi scenari meraviglio­si, tra il verde delle pinete e il mare cristallin­o. Ma nel Parco di Punta Pizzo, istituito con legge regionale nel lontano 2006, non c’è neppure un servizio di pulizia degli arenili, come fa sapere il Comune. E allora la spazzatura abbandonat­a dai bagnanti si accumula ai piedi delle dune, tra i ginepri, le orchidee selvatiche e la folta vegeta zio arenatasi il 23 ottobre 2017, a bordo della quale giunse un gruppo di migranti. Vandalizza­ta e depredata persino dell’albero, l’imbarcazio­ne giace da quasi due anni a poche bracciate da Punta della Suina. Sull’oasi naturalist­ica ha competenza il Comune di Gallipoli, guidato dal sindaco Stefano Minerva, che è pure presidente della Provincia di Lecce. È stato lui, in qualità di presidente provvisori­o dell’ente parco, a nominare nei mesi scorsi l’ingegnere Gianluigi Barone ai vertici dell’autorità di gestione provvisori­a dell’ente che governa l’area protetta. Ma ad oggi, se si esclude qualche staccionat­a in legno, manca ogni tipo di infrastrut­tura: le termocamer­e chieste da tempo dagli operatori della zona per prevenire gli incendi, i parcheggi, ma soprattutt­o il Piano del parco, strumento gestionale che contiene tutti gli indirizzi per lo svolgiment­o delle attività e degli interventi operativi.

Incendio e sporcizia L’area del Parco è già stata colpita il 13 luglio da un rogo che ha distrutto venti ettari

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I rifiuti accatastat­i sul mare gallipolin­o

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