Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Rifiuti in spiaggia Albergatore ripulisce il Pizzo
Visto che il Comune di Gallipoli non interviene a raccoglierli, è stato il titolare dell’hotel Sirené a ordinare al suo personale di ripulire la spiaggia del parco di Punta Pizzo - una delle cartoline di Puglia - da una tonnellata di rifiuti.
Quasi 20 ettari di macchia mediterranea andati in fumo per assenza dei sistemi di prevenzione, quintali di spazzatura abbandonata nel sottobosco e sulle spiagge: il Parco Punta Pizzo di Gallipoli non se la passa bene. Il gioiello naturalistico gallipolino, a 13 anni dalla sua istituzione, resta per molti versi solo una potenziale risorsa, anche sotto l’aspetto turistico. Gli arenili sono abbandonati a sé stessi e Legambiente, cui è affidata la gestione dell’oasi, non ha mezzi e risorse per mettere in pratica un’efficace e completa tutela di un’area protetta ampia 700 ettari.
L’incendio del 13 luglio scorso, probabilmente doloso, ha colpito al cuore il parco, divorando alberi e bassa macchia dunale. Senza il provvidenziale intervento di un canadair, le fiamme avrebbero potuto raggiungere il vicino Hotel Le Sirené che ha dovuto attivare le procedure di preallerta per un’eventuale evacuazione. Si è arrivati a questo punto a causa della mancanza
di una visione, di un progetto ben definito, di una prospettiva per uno dei più preziosi tesori del patrimonio ambientale pugliese, con i suoi scenari meravigliosi, tra il verde delle pinete e il mare cristallino. Ma nel Parco di Punta Pizzo, istituito con legge regionale nel lontano 2006, non c’è neppure un servizio di pulizia degli arenili, come fa sapere il Comune. E allora la spazzatura abbandonata dai bagnanti si accumula ai piedi delle dune, tra i ginepri, le orchidee selvatiche e la folta vegeta zio arenatasi il 23 ottobre 2017, a bordo della quale giunse un gruppo di migranti. Vandalizzata e depredata persino dell’albero, l’imbarcazione giace da quasi due anni a poche bracciate da Punta della Suina. Sull’oasi naturalistica ha competenza il Comune di Gallipoli, guidato dal sindaco Stefano Minerva, che è pure presidente della Provincia di Lecce. È stato lui, in qualità di presidente provvisorio dell’ente parco, a nominare nei mesi scorsi l’ingegnere Gianluigi Barone ai vertici dell’autorità di gestione provvisoria dell’ente che governa l’area protetta. Ma ad oggi, se si esclude qualche staccionata in legno, manca ogni tipo di infrastruttura: le termocamere chieste da tempo dagli operatori della zona per prevenire gli incendi, i parcheggi, ma soprattutto il Piano del parco, strumento gestionale che contiene tutti gli indirizzi per lo svolgimento delle attività e degli interventi operativi.
Incendio e sporcizia L’area del Parco è già stata colpita il 13 luglio da un rogo che ha distrutto venti ettari