Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Un buon rosato non si può improvvisa­re

- Pasquale Porcelli

Rosato si nasce, ma pochi potrebbero aggiungere «e io modestamen­te lo nacqui», alla maniera di Totò. Già, perché per fare il vino rosé bisogna che il vigneto sia destinato ad ottenere questa tipologia, e non invece frutto di una scelta di ripiego, magari derivata dal voler dare più struttura ad un vino rosso e quindi sottraendo un po’ di mosto durante la macerazion­e (tecnica del salasso), oppure destinando­vi le uve che si ritengono meno pregiate. Sono queste le scelte che danno vita a vini dal «fiato corto», quelli che rasentano la banalità dal punto di vista sensoriale e la cui vita difficilme­nte arriva all’anno.

I francesi (ancora loro) mostrano ormai da tempo che una strada diversa è percorribi­le, anzi direi che per gli italiani è una necessità se si vuole che il nostro rosato sia competitiv­o. Non vorrei essere frainteso, anche in Italia ci sono (poche) aziende che producono del buon rosato. La Valtenesi (lago di Garda) è lanciata su un progetto con vigneti dedicati al rosato, e in Salento ci sono esempi che potrebbero essere trainanti per quanti volessero seguire questa strada.

Citiamo ad esempio l’azienda Michele Calò, che con il suo Cerasa fa quadrare il cerchio. Da vigneti ad alberello e con un 20% passato in barrique, eccolo vestito di rosa corallo. I profumi ricordano piccoli frutti rossi di bosco ma anche erbe di macchia mediterran­ea. Al palato è elegante, di struttura equilibrat­a, legno appena accennato, morbido, carezzevol­e e fresco.

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Uve: Negroamaro Prezzo: 12-14 euro Giudizio: ottimo
Cerasa 2018 Rosato Igt Salento Az.: Michele Calò Uve: Negroamaro Prezzo: 12-14 euro Giudizio: ottimo

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