Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Alleanze possibili e veti I Cinque Stelle si dividono
Dibattito forte all’interno del Movimento 5 Stelle pugliese dopo la crisi di governo. La possibilità di un’alleanza a livello nazionale con il Pd vede favorevole il consigliere regionale Mario Conca, che tuttavia trova opposizione nella capogruppo e leader Antonella Laricchia: «Nessuna intesa, Emiliano per me è come Salvini».
«Devo cercare un confino BARI che sia più o meno accettabile, mi pare di capire». La butta sull’ironico il segretario regionale del Pd Puglia, Marco Lacarra, riferendosi all’avviso di sfratto che il leader della Lega Matteo Salvini ha recapitato direttamente al centrosinistra pugliese dal suo tour elettorale tra Peschici , Mola e Polignano, soffiando forte sul vento della crisi nazionale. Insomma, il Pd ride per non piangere. Anche sul cordone ombelicale del contratto giallo-verde reciso da Salvini a Roma e che lascia aperti fronti caldissimi in Puglia, come ex Ilva e xylella. «Siamo preoccupati - dice Lacarra - sono convinto che sarebbe indispensabile un governo di transizione che stabilisse due tre punti importanti da definire e includesse quella parte dei 5 Stelle che non si riconoscono in Luigi Di Maio in un sussulto di responsabilità».
Ma almeno il day after dell’incursione salviniana nella regione di Michele Emiliano, fa il miracolo di mettere tutti dalle anime tormentate delle correnti dem alla sinistra radicale - d’accordo su una cosa: «Non passa lo straniero Salvini che non può parlare né della Puglia, né del Sud, essendo l’artefice principale del disegno di definitivo impoverimento che rappresenta l’autonomia regionale differenziata». Lo dicono all’unisono il deputato del Pd, Francesco Boccia, vicino al presidente della Regione, ma anche un esponente d’eccellenza del mondo della sinistra radicale, l’avvocato Michele Laforgia che guida l’Associazione «La Giusta Causa». Laforgia sottolinea come «sentire Salvini che viene a dirci cosa dobbiamo fare in Puglia è una cosa al limite dello sberleffo. Qui Salvini indossa le magliette con i nomi dei paesi dove fa i comizi e poi a Roma lavora per la secessione dei ricchi. Una contraddizione insormontabile».
Anche Boccia è netto. «Intanto Salvini e i suoi ministri si dimettessero - rincara la dose l’ex presidente della Commissione Bilancio della Camera - e poi lascino fare al presidente della Repubblica. Poi, se c’è una regione al Sud che in questi 15 anni ha dimostrato di reggere la competizione con le regioni del nord e quelle europee, è proprio la Puglia. Prima di giudicare la sinistra in maniera così frettolosa - chiosa Boccia - Salvini dovrebbe visitare meglio la Puglia. Sui conti e sul virtuosismo è il Sud ad essere in credito con gran parte del Nord». E sulle infrastrutture, Boccia non risparmia la battuta «Sull’alta velocità - precisa - dovremmo andare noi a smontarci i binari del nord visto che li abbiamo pagati con le nostre tasse. Al Sud abbiamo solo il 16% dell’alta velocità e in Puglia stiamo ancora a zero». Insomma, secondo il deputato dem, «la narrazione salviniana sulla Puglia non funziona. Poi, ogni volta che sono venuti giù a fare dei proclami le hanno prese di santa ragione, come è successo a Bari e Lecce nelle ultime amministrative. Quando fanno questi proclami di solito portano fortuna a noi».
Se l’«antisalvinismo» sembra unire tutta la sinistra, il problema di fondo resta il «come» fermare un partito che, secondo gli ultimi sondaggi, sfiorerebbe il 38% dei consensi. «Se si andasse a votare domani - ammette Lacarra - il risultato, purtroppo, sarebbe già scritto. Avremmo il serio rischio di ritrovarci con un governo fascista e autoritario». E anche le sorti politiche della Puglia che l’anno prossimo vota alle regionali, potrebbero risentire del probabile voto anticipato a livello nazionale. Il presidente «sfrattato» da Salvini non ci pensa proprio alla eventualità di traslocare. Emiliano prova a sbarrare la strada al leghista che giura di «riprendersi la Puglia e mandarlo a casa», con un contenitore civico che superi le contrapposizioni destra-sinistra per aprirsi alle idee e ai progetti al di là dei partiti e a cui «non sono ammessi solo coloro che non rispettano i pilastri dela nostra Costituzione antifascista». «Da Emiliano mi aspetto un’autocritica - attacca Laforgia- la fondazione del suo movimento che include tutti va nella direzione diametralmente opposta a quella del fronte democratico. Pensare che non ci sia il rischio di includere anche pezzi vicini ad una certa destra, è lontano dalla realtà. Noi pensiamo che occorra chiarezza. Chi ha blaterato, a Roma e in Puglia, sulla fine della distinzione fra destra e sinistra sarà costretto a fare rapidissima marcia indietro e a invocare resistenza e unità contro l’eversione. Se si andrà al voto - avverte Laforgia, vicino all’ex presidente Nichi Vendola, anch’egli evocato nell’invettiva salviniana - pretenderemo coraggio e coerenza. Basta col mercato dei voti usati».
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Con noi non verrà mai nessuno che non rispetti i pilastri dell’antifascismo
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Dal governatore però mi aspetto una autocritica Vogliamo coerenza
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Lacarra Siamo preoccupati ci vorrebbe adesso un governo di transizione