Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Bonus a chi non scioperò per Cosimo» Lo scontro tra sindacati e ArcelorMittal
Denuncia di Cgil, Cisl, Uil e Usb: «In busta paga 500 euro in più. Così è peggio dei Riva»
Da 500 euro in su, a seconda della posizione lavorativa. È quanto si sono ritrovati, a loro insaputa, nella busta paga di luglio un certo numero di dipendenti, ancora da precisare, dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto. Non ci sarebbe nulla di scandaloso se non fosse che, secondo quanto sostengono tutti i sindacati (dalla Usb che ha sollevato il caso a Fim, Fiom e Uilm) quei soldi sono serviti a ricompensare tutti i “preposti” che non hanno partecipato allo sciopero successivo alla morte di Cosimo Massaro, il gruista travolto dalla tromba d’aria insieme con la sua gru. Il reparto “incriminato” è l’Acciaieria 1, con le Colate continue, ma potrebbe non essere il solo. Francesco Rizzo, segretario della Usb, ha segnalato il fatto. «Questa storia è venuta a galla casualmente nei vari gruppi Whatsapp. Alcuni lavoratori - racconta - hanno visto sul cedolino questi soldi in più senza sapere il perché dal momento che l’azienda non aveva comunicato nulla. Li hanno ricevuti uno su quattro dei tecnici della qualità e due su cinque dei capiturno all’Acciaieria». È stato poi il capoarea a spiegare che l’azienda aveva voluto dare questo riconoscimento economico a quanti avevano collaborato durante le giornate di sciopero a non interrompere la produzione. «In fabbrica si vive un degrado morale senza precedenti - è il commento di Rizzo - è evidente che l’azienda sta cercando di rafforzare un rapporto, attraverso premi economici, con queste figure tecniche qualificate che, storicamente, non hanno quasi mai scioperato insieme con i capiturno. Cose già successe con i Riva».
La decisione di Arcelor ha lacerato ancora di più il rapporto con il sindacato. «Apprendiamo dell’erogazione di un premio ad personam ad alcuni preposti aziendali - è scritto in una nota di Fim, Fiom e Uilm - che, in occasione dello sciopero a seguito della morte di un nostro collega, hanno operato in alcuni reparti dello stabilimento per consentire la continuità produttiva. Un metodo che tanto ricorda la cattiva gestione dei Riva che utilizzava la propria fascia di controllo per garantire la produzione anche in presenza di gravi carenze impiantistiche». Fim, Fiom e Uilm si accorsero sin dal primo giorno di sciopero delle manovre aziendali e inviarono una lettera allo Spesal. «Denunciamo che in alcune postazioni di Acciaieria l’azienda, in maniera sconsiderata e inadeguata, ha posto in essere la sostituzione di postazioni tecnologiche con personale non titolato e aggiornato, che normalmente viene utilizzato in altre mansioni e attività. Ciò espone totalmente il reparto Acciaieria 2 in una condizione di alto rischio di incidenti rilevanti». E già allora, ancor prima dell’elargizione del premio, definirono “inqualificabile” la condotta. A seguito di questa denuncia, chiarisce Francesco Brigati della Fiom, Spesal dispose la sospensione delle attività effettuate da personale non idoneamente formato né sottoposto a sorveglianza sanitaria. In relazione a questa vicenda ArcelorMittal non rilascia dichiarazioni ufficiali. I sindacalisti Vincenzo La Neve, Gennaro Oliva e Francesco Brigati sottolineano che «la lettera ai dipendenti dell’amministratore delegato esortava ad avere fiducia e speranza per il futuro in accordo con ad un nuovo modello manageriale. Rimaniamo basiti da tale atteggiamento che continua ad allontanare i lavoratori e i cittadini da un’azienda che, da subito, ha mostrato il vero volto della multinazionale».
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Francesco Rizzo Nella fabbrica si vive un degrado morale La storia è spuntata nei gruppi Whatsapp