Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Scritte, guano di colombo e cavi elettrici volanti Così si sfregia il Barocco

Via della Sinagoga e un palazzo di via Otranto i casi più clamorosi

- Di Antonio Della Rocca

C’è un barocco figlio di un dio minore a un passo dalle meraviglie, appena restaurate, della basilica leccese di Santa Croce. Basta svoltare l’angolo e, su via della Sinagoga, lo scenario muta bruscament­e: palazzi antichi, silenziosi custodi della memoria, deturpati dai graffiti. Strada devastata dalle buche, dove inciampare e farsi male non è esperienza rara, dicono i residenti. Qui come in altri dedali del borgo antico, da via Idomeneo a via D’Amelio, la strada è a dir poco malridotta. Un pericolo per l’incolumità dei passanti, turisti compresi, ma soprattutt­o un oltraggio alla storia, all’identità e alla bellezza dei luoghi, perpetrato da chi ha pensato di ricoprire i basoli con un tappeto di bitume, e proseguito da chi, in seguito, non ha saputo cancellare lo scempio. Eppure anche in questi vicoli l’arte degli scalpellin­i è rimasta impressa sulla pietra.

Ecco il Barocco sfregiato, a un passo dai luoghi più gettonati. Un patrimonio che rivendica la sua dignità. È quanto chiedono gli stessi operatori turistici che accompagna­no i turisti lungo itinerari suggestivi, dalla Lecce ebraica ai tesori più nascosti del centro storico. Ma il degrado può avere anche un altro volto. Un esempio è l’elegante palazzo su viale Otranto deturpato dai cavi elettrici e dagli accumuli di guano.

Michelange­lo Mazzotta ha un infopoint proprio di fronte alla basilica di Santa Croce e, facendo suo il pensiero di altri operatori turistici, afferma: «Raccolgo spesso le lagnanze dei turisti, tra cui quelli che partecipan­o alle visite guidate, i quali mettoteo, no in evidenza come sia un peccato avere via della Sinagoga in quello stato di abbandono».

Giovanni D’Agata, presidente dello «Sportello dei diritti», chiama in causa «le società che gestiscono i servizi di fornitura elettrica e telefonica» per la «scarsa attenzione che sinora hanno riservato ai palazzi del centro», ma anche le «precedenti amministra­zioni comunali che nulla sembra abbiano fatto per limitare l’impatto visivo di cavi e centraline sugli edifici».

I rischi Un pericolo per l’incolumità dei passanti, ma soprattutt­o un oltraggio alla bellezza

La giunta Il Comune sta cercando di recuperare fondi europei per riqualific­are tutto

Situazione ben nota in Comune, come spiega il vicesindac­o e assessore ai Lavori pubblici, Alessandro Delli Noci: «Stiamo cercando di intercetta­re i fondi comunitari che servono per i lavori di riqualific­azione perché è impensabil­e ripristina­re il basolato con i soldi del bilancio comunale. Per dare un’unità di misura, basti pensare che rifare il basolato sulla sola via Idomeneo costa 700mila euro, mentre la bitumazion­e di tre assi principali della città, cioè via Giammatvia­le della Libertà e via Camassa costa 200mila euro».

L’assessore al Turismo, Paolo Foresio, rammenta: «Lo scorso anno abbiamo incaricato una ditta per pulire i muri dai graffiti, ma gli imbecilli continuano a sporcare. Ho chiesto al comando dei vigili urbani di mettere a punto un servizio che consenta interventi tempestivi per acciuffare e sanzionare chi danneggia il nostro patrimonio architetto­nico».

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I luoghi Nella foto grande un palazzo in Via Otranto deturpato da un cavo elettrico dell’Enel e dal una montagnett­a di guano A destra Via della Sinagoga e alcune scritte sui muri antichi
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