Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Allarme Seu, grave bimba di 2 anni
Il latte o l’acqua di mare tra le cause della sindrome. Partita una raccolta di sangue
Una bambina di 2 anni, originaria di Bitonto, è ricoverata in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari perché affetta da Seu, malattia rara che lo scorso anno in Puglia colpì una decina di persone provocando anche la morte di una ragazzina di 13 anni originaria di Lucera. Sul caso stanno indagando i Nas per scoprire l’eventuale causa dell’infezione. Partita per la piccola una raccolta di sangue.
Dopo l’appello della BARI mamma su facebook sono partite raccolte di sangue e sono stati organizzati gruppi di preghiera. Decine e decine di persone si stanno stringendo, da ore, intorno alla famiglia di una bambina di due anni ricoverata in gravissime condizioni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari dopo essere stata colpita dalla Seu.
La piccola, originaria di Bitonto, è arrivata in ospedale l’8 agosto per problemi gastrointestinali e una diarrea emorragica. I primi esami di laboratorio non mostravano dati di rilievo patologico ma nelle ore successive la situazione è precipitata e gli approfondimenti diagnostici successivi hanno evidenziato che si tratta quasi di sicuro della terribile sindrome emolitico uremica. La bambina avrebbe infatti manifestato instabilità cardio circolatoria e segni di interessamento neurologici e di fatto non ha funzionalità epatica e renale. I medici hanno immediatamente allertato l’Osservatorio epidemiologico regionale che ha già impostato le procedure specifiche e la piccola, dopo essere stata sottoposta a Tac cranio urgente, è stata trasferita dal reparto di Neurologia, diretto dal dottor Mario Giordano, a quello di terapia intensiva pediatrica dove si trova in prognosi riservata.
È stata potenziata al massimo la terapia con farmaci ad alto impatto nella speranza che il piccolo organismo risponda positivamente. È ancora possibile nei centri Avis, all’ospedale San Paolo, Policlinico e Di Venere, donare sangue zero negativo per aiutare la bimba. La Seu, malattia infettiva acuta rara, si trasmette per via alimentare o per contatto con animali e ambienti infetti.
Tra i principali indiziati, di solito, ci sono il latte (e i suoi derivati) non pastorizzati o la carne e il pesce crudi o poco cotti. Per questo, dopo aver ascoltato i genitori, i carabinieri del Nas e gli operatori del Dipartimento prevenzione dell’Asl hanno avviato indagini che si stanno concentrando proprio sulle abitudini alimentari della bambina e su ciò che la piccola ha ingerito nei 15 giorni precedenti alle prime manifestazioni di gastroenterite. Non è escluso che fra le cause possa esserci anche l’acqua di mare inquinata. Si tratta, fanno sapere dall’ospedale, del primo caso di Seu dell’estate 2019. Dunque per ora nessun allarme. L’anno scorso in questo periodo erano già stati registrati 10 casi, uno dei quali portò alla morte di una ragazzina di 13 anni di Lucera.
Il basso numero è anche frutto del lavoro di prevenzione ottenuto grazie al protocollo regionale di sorveglianza delle gastroenteriti emorragiche in età pediatrica, che sono il primo sintomo della malattia. La Puglia era sempre stata, soprattutto durante i mesi estivi, fra le regioni più colpite dalla sindrome a causa anche delle abitudini alimentari della popolazione, ma evidentemente la nuova prassi sta permettendo di evitare al massimo il diffondersi della malattia. I pediatri non appena ricevono segnalazioni di bambini con gastroenteriti emorragiche prescrivono subito il ricovero. Il riconoscimento precoce delle infezioni da Vtec la (verocitotossina) in presenza di gastroenterite emorragica risulta cruciale per avviare l’iperidratazione, che è il trattamento più indicato per ridurre il rischio di comparsa di Seu, evitando l’uso di antibiotici che in questi casi possono determinare un peggioramento dei sintomi.