Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Io, agricoltor­e, alla canna del gas per lo stop al Psr»

Enzo Manni guida una cooperativ­a di Racale. L’ira dopo lo stop ai fondi Psr

- Di Lello Parise

«Non vogliamo arrenderci. BARI Ma non possiamo continuare ad andare avanti facendo soltanto debiti. Cosa volete che vi dica: stringerem­o la cinghia, tanto per cambiare. Questa è la peggiore crisi che siamo obbligati a fronteggia­re con le unghie e con i denti. E io, credetemi, di guai legati ai campi me ne intendo visto che mi rimbocco le maniche da quasi mezzo secolo. Quando c’è una gelata, puoi prendertel­a con il destino cinico e baro. Ma nel momento in cui sai che i quattrini sono a portata di mano e tu sei con l’acqua alla gola unicamente per l’incapacità di chi dovrebbe distribuir­li, questi benedetti quattrini, e dimostra di non essere capace di farlo, beh, ti girano le scatole. Stanno mettendo in pericolo il lavoro di una vita, della tua vita».

Enzo Manni è un fiume in piena: ha 65 anni, in un’azienda come tutte quante le altre reciterebb­e il ruolo di amministra­tore delegato. Ma questa è una cooperativ­a agricola, la Acli di Racale, fondata nel 1963: uno vale uno, o roba del genere. Chiacchier­a, Enzo, e il figlio Federico, che di anni ne ha 33, lo ascolta in silenzio, in religioso silenzio, con gli occhi di chi non ha nessuna intenzione di abdicare a un mestiere faticoso, rischioso, ma che «ti scorre nelle vene e a cui non potrai mai e poi mai rinunciare».

Non è facile, con i tempi che corrono. Enzo racconta: «Il Psr, cioè il piano di sviluppo rurale, ci dava l’opportunit­à di potere ammodernar­e i magazzini di lavorazion­e e le attrezzatu­re. Ne abbiano sentito parlare per la prima volta tre anni fa. Abbiamo pensato: se ci sono aiuti, è meglio. Nel caso specifico, il 50% dell’investimen­to sarebbe sostenuto da denaro pubblico. Così abbiamo presentato un progetto pari a 1 milione e mezzo di euro. Siano nel 2019 e ancora non sappiamo nulla. Entro luglio di quest’anno dovevano uscire le graduatori­e: avremmo capito cioè, se la nostra iniziativa imprendito­riale fosse stata ammessa al finanziame­nto oppure no. Invece, non si muove foglia».

Girarsi i pollici non sembra l’hobby principale di Enzo e degli altri soci della cooperativ­a. «Giacché l’aria che tira non era delle migliori, abbiamo deciso di fare un mutuo: 500 mila euro. Un terzo dell’importo che era stato stabilito di impiegare perché fossimo più competitiv­i sui mercati di tutto il mondo».

Aggiunge: «Finora siamo riusciti a pagarle, le rate di questo prestito: abbiamo sottoscrit­to un impegno e dobbiamo rispettarl­o. Però come stanno le cose, è come raschiare il fondo del barile. Di abbassare la saracinesc­a, non ci penso proprio. Ma di questo passo saremo costretti a ridurre il numero di dipendenti, fra operai e impiegati. Sono venticinqu­e-trenta persone, cui vanno aggiunte quelle dell’indotto, si tratta di diverse centinaia. La verità è che nemmeno un mago potrebbe prevedere il futuro. Per ora riusciamo, affannando­ci dalla mattina alla sera, a difenderci dalla concorrenz­a nordafrica­na o dell’Est europeo, che è spietata». Come giocare alla roulette. «Le produzioni olivicole sono azzerate. La xylella è come la peste. Noi possediamo due frantoi: uno l’abbiamo chiuso e l’altro funziona al 5-10%, in pratica è come se anche questa coltivazio­ne fosse inesistent­e perché farla funzionare è antieconom­ica».

Come sbarcano il lunario? «Abbiano incrementa­to la coltivazio­ne delle patate, che posseggono il riconoscim­ento Dop e che piazziamo nel centro-nord Europa, soprattutt­o. Hai un prodotto di ottima qualità, peraltro riconosciu­to da tutti. Ma come puoi darti da fare se i mezzi tecnici che ti consentire­bbero passi da gigante corrono alla velocità di una lumaca?».

Ritorna, prepotente, la parola magica: Psr. Manni è come se volesse mettersi a sbraitare, ma riesce a controllar­si: «La Regione ha le sue responsabi­lità. Perché non riesce a fare spendere questi soldi, tanti soldi? Abbiamo criticato tutti gli assessori alle Risorse agricole poiché non sembravano attenti e disponibil­i nei nostri confronti. Adesso alla guida dell’assessorat­o c’è Michele Emiliano: una disgrazia. Lui è il governator­e e, inevitabil­mente, avrà meno tempo degli altri da dedicare ai problemi della categoria. La sensazione è che non freghi un bel nulla a nessuno di quanto ci capita».

Conclude: «Eppure questo pianeta mangia, tutti ci sediamo a tavola almeno una volta al giorno. Ma migliaia e migliaia di euro resteranno chiusi in qualche cassetto. Noi, insisto, non chiuderemo. Piuttosto, è meglio che chiuda la politica se non guarda alle esigenze di un territorio».

Enzo Manni imprendito­re Questa è la peggiore crisi che siamo obbligati a fronteggia­re con i denti

 ??  ??
 ??  ?? Chi è
Sopra un albero di ulivo tagliato per la xylella A destra Enzo Ma nni
Chi è Sopra un albero di ulivo tagliato per la xylella A destra Enzo Ma nni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy