Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
NELLA MORSA DELLE EMERGENZE
Ferragosto malinconico, o quasi, per i pugliesi. Agosto è infuocato, ci si diverte sulle spiagge, dal Gargano al Salento, ci si illude di vivere in un interregno, come lo definisce il sociologo Bauman, tra il «non più e il non ancora». È estate, ma la politica sembra vivere già in una dimensione autunnale con la crisi annunciata del governo gialloverde che apre scenari ricchi di incognite per il Sud e per la Puglia. Si vedrà il corso degli eventi, tra alchimie politico-parlamentari che rischiano di apparire lontane dalla percezione che i cittadini hanno del proprio microcosmo.
Il governo ancora in carica non si è distinto molto per azioni incisive per il Sud. Ma poiché al peggio non c’è mai limite, la società meridionale ha tutto da perdere da una stagione politica vissuta all’insegna dello scontro, della propaganda, della politica ridotta a una sorta di gioco aperitivo che impazza sulle spiagge oppure a un clima da scontro identitario, tra due eserciti uno contro l’altro armati per occupare le casematte del potere. I pugliesi rischiano di pagare così gli effetti di una doppia emergenza: lo choc della crisi della politica nazionale e la situazione di stallo che già si respira in vista delle prossime regionali. La politica sembra già focalizzata su questo possibile incrocio che rischia, inevitabilmente, di fermare le bocce.
I partiti prospettano e annunciano nuovi cantieri. Non quelli delle infrastrutture (sarebbe ideale) ma ipotetici laboratori che sorgono come funghi nel teatrino della politica: Berlusconi e Renzi annunciano e preparano nuovi partiti; Salvini si sta accorgendo che la sua “impresa dei Mille” per la conquista del Sud non è proprio una passeggiata; il M5S appare sempre più senza bussola. Anche in Puglia lo scenario politico ricalca quello nazionale: il presidente Emiliano fonda un suo nuovo partito, gruppi e gruppetti cercano rifugio in improbabili liste civiche, il centrodestra rischia il consueto
cupio dissolvi, il M5S cerca di salvare un’ eredità che va dissolvendosi. In tutto questo scenario, c’è poco da divertirsi. Perché crisi o non crisi, i problemi dei pugliesi restano tutti lì. Sono i lacci, come scrive Domenico Starnone in un suo romanzo, visibili e invisibili, che condizionano la vita: Ilva, xylella, sviluppo, la meglio gioventù che va a studiare o lavorare al Nord e che torna in questi giorni solo per farsi un bagno nei mari meravigliosi della Puglia. Una regione ridotta a un buen retiro? Ma può essere questo il destino della nostra terra? Buon Ferragosto. Ci sarà tempo per immalinconirsi.