Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Crisi a cascata, il Pd si spacca anche in Puglia

La divisione tra Renzi e Zingaretti si ripercuote sulla tenuta dei dem in vista delle Regionali. Il silenzio di Emiliano

- Lucia del Vecchio

Davanti al pericolo della «destra reazionari­a» di Matteo Salvini - così come la definisce il deputato del Pd, Ubaldo Pagano - il Partito democratic­o pugliese ritrova le ragioni per fare fronte comune. Anche se sul «come» restano le divergenze. Sullo sfondo infatti si agitano le posizioni antagonist­e della sinistra radicale che chiede al presidente Michele Emiliano di mettere in sicurezza - e in chiaro - i confini della coalizione. Confini che Emiliano ha allargato e continua ad allargare da tempo. Ma è sulla crisi del governo nazionale che casca l’asino. Il Pd pugliese si spacca. E sulla linea del Piave renziani e zingaretti­ani, fratelli coltelli di lungo corso, mormorano soluzioni opposte. I fedelissim­i dell’ex premier Matteo Renzi vogliono allontanar­e il voto con un governo istituzion­ale che ovviamente include i 5 Stelle e porti il Paese al voto mettendo al sicuro i conti». «Meglio votare subito e dare un governo stabile agli italiani», dicono gli altri. Oppure, se il presidente Sergio Mattarella dovesse vederne le condizioni, optare per un governo di legislatur­a. Con la parte dei pentastell­ati che in questi mesi si è smarcata dall’intesa Di Maio-Salvini. Emiliano, intanto, tace. L’impression­e è che non voglia rovinare l’atmosfera di tregua armata che paradossal­mente è stato lo stesso leader della Lega a servirgli su un piatto d’argento quando è venuto in Puglia a mandare al governator­e l’avviso di sfratto. Un avviso che per ora non ha nomi e cognomi ufficiali da indicare come avversari del presidente uscente. E dunque Emiliano si gode il regalo salviniano.

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