Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Pochi medici, arrivano i neolaureati
Pronto soccorso, l’Asl Bat assume i non specializzati. L’Ordine tuona: violata la legge
Per ovviare alla carenza di camici bianchi nei reparti di Pronto soccorso degli ospedali della Bat, la direzione generale decide di assumere a tempo determinato neolaureati senza specializzazione. L’Ordine : «Così si vìola la legge».
Sono stabili le condizioni della bambina di due anni di Bitonto ricoverata dallo scorso 8 agosto all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari a causa della Seu, la sindrome emolitico uremica. La piccola si trova in terapia intensiva e i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Con il passare delle ore si spera però che la terapia d’impatto alla quale è stata sottoposta, per permetterle di riprendere la funzionalità epatica e renale, possa portare i suoi frutti. «Non possiamo far altro che procedere in questo modo e aspettare», confida il dottor Mario Giordano, responsabile del reparto di Nefrologia che ha preso in cura la piccola quando le condizioni sono peggiorate.
La bambina era arrivata in ospedale giovedì scorso per problemi gastrointestinali e una diarrea emorragica ma all’inizio nessuno pensava che potesse trattarsi di un caso grave. Nelle ore successive la situazione è però peggiorata. Gli approfondimenti diagnostici successivi hanno evidenziato che si trattava di Seu, il primo caso dall’inizio dell’anno in Puglia. La bambina ha manifestato instabilità cardio circolatoria e segni di interessamento neurologici, anche se non è detto che le conseguenze siano permanenti. I medici del Pediatrico hanno immediatamente allertato l’Osservatorio epidemiologico regionale che già due giorni fa ha avviato le procedure specifiche e informato anche i carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni che hanno avviato le indagini per risalire alla possibile origine dell’infezione.
La Seu, malattia infettiva acuta rara, si trasmette per via alimentare o per contatto con animali e ambienti infetti: il latte (e i suoi derivati) non pastorizzati, la carne e il pesce crudi o poco cotti e le verdure o la frutta contaminati possono essere i principali vettori. Ma non è esclusa una possibile infezione dopo essere entrati direttamente in contatto con le feci di animali, soprattutto bovini, che contengono il batterio. Gli esperti invitano però a non creare allarmismi. Il protocollo regionale di sorveglianza delle gastroenteriti emorragiche sta permettendo di prevenire con grande efficacia l’insorgere della Seu, che nel 2018 aveva già colpito dieci bambini in estate.