Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ai Tamburi una messa per ricordarla Anche Taranto piange Nadia Toffa
«Grazie a lei raccolti 500 mila euro per i bimbi malati»
Onda di commozione a Taranto per la morte di Nadia Toffa, la “iena” malata di cancro che si è battuta anche per la salute dei bambini della città ionica minacciata dall’inquinamento. Oggi al quartiere Tamburi una messa in suo ricordo.
«Partendo da una semplice maglietta ha contribuito a realizzare il reparto oncologico per i bambini, cosa che la politica non era riuscita a fare. S’è dimostrata molto più capace lei di tanti altri tarantini. E’ un fatto grave. Ora Nadia se n’è andata ed è una cosa tristissima». Mimmo Pricci, papà di Ludovica, una bimba di dieci anni colpita da fibrosi cistica, è uno dei molti cittadini di Taranto che hanno incrociato Nadia Toffa durante i tanti servizi girati per Le Iene sulla questione ambientale. Insieme con Ignazio D’Andria, il titolare del Minibar del quartiere Tamburi, il “locus” d’origine dell’iniziativa Ie jesche pacce
pe te messa a punto con l’associazione Arcobaleno nel
cuore, l’ha conosciuta, l’ha portata tra i suoi famigliari, ha stretto amicizia e ora ne sente la perdita.
Nadia Toffa è morta ieri, ad appena quarant’anni, abbattuta da uno di quei cancri al cervello che non perdonano. S’è curata per due anni, ma la malattia è stata più forte della sua resistenza. Un’altra persona immersa nel dolore è Ignazio D’Andria. «Ogni volta che veniva a Taranto si fermava da me, disponibile e affettuosa, abbiamo cominciato a coccolarla. Poi le ho regalato la maglietta con la scritta che, tradotta dal dialetto, significa Io esco pazzo per te, ed è partita l’idea della raccolta fondi». Ignazio parla con parole smozzicate dalla commozione, piange e ricorda gli incontri con Nadia. «Le ero molto legato e grato per ciò che è riuscita a fare per la nostra città. Abbiamo raccolto poco più di 500 mila euro grazie ai quali è stato possibile aprire la Oncologia pediatrica che, in una città come la nostra ostaggio dell’inquinamento industriale, è importante. Nadia era speciale, è riuscita a coinvolgere tante persone». Oggi, intanto, Ignazio ha organizzato la messa di commemorazione per Nadia alle 9.30 nella chiesa Gesù Divin Lavoratore, al quartiere Tamburi. «Era brava e ha fatto un gran lavoro sui mass media – dice Patrizio Mazza, primario di Ematologia al Moscati – una professionista appassionata e che dava il meglio di se». E’ stata così legata a Taranto che l’amministrazione comunale le ha concesso la cittadinanza onoraria per «il grande impegno solidaristico ed altruistico e la fondamentale attività svolta a sostegno del reparto di pediatria oncologica dell’ospedale Santissima Annunziata». Pino Merico, pediatra delle prime manifestazioni a difesa della salute dei bambini, ha detto: «Nadia è stata molto sensibile alla situazione. Ha sposato in pieno le nostre problematiche». Il 14 gennaio scorso s’è svolta la cerimonia a Palazzo di città. «Sono io a ringraziare voi. Siete la mia forza - disse quel giorno Nadia - questa città ripartirà dai quartieri più martoriati, Paolo VI, Tamburi, perché i tarantini sono forti, si sanno rialzare». Il sindaco Rinaldo Melucci le consegnò la pergamena. «Abbiamo contribuito – disse Nadia Toffa - a realizzare un reparto ospedaliero che era fondamentale per Taranto, impensabile non ci fosse in una città come Taranto. Ora c’è. Queste famiglie hanno un supporto perché è già difficile affrontare il cancro. So di cosa parlo. E quindi era fondamentale averlo. Bisogna curare i feriti di una guerra». «Con Nadia Toffa Taranto perde uno dei suoi guerrieri più forti. Trasmetteva positività e grinta solo passandoti accanto commenta il sindaco Melucci - la osservavo in una delle sue tante visite in quella che è voluta diventare la sua città e Nadia ti costringeva a sorridere, a reagire, a trasformare in un atto per gli altri perfino la propria sofferenza».
Ignazio D’Andria
Stamane le dedichiamo una messa nella chiesa del rione Tamburi
Pino Merico
Sul tema della salute si è mostrata sensibile Come se vivesse qui
Mimmo Pricci
Partendo da una maglietta ha creato un reparto ospedaliero