Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
COME DIFENDERE LA PUGLIA BELLA
Al di là degli aspetti amministrativi e politici, la vicenda del resort di Costa Ripagnola a Polignano a mare pone una questione ben più generale, su cui occorrerebbe una più profonda riflessione. Posto che il turismo per un territorio può essere una risorsa economica importante, occorre chiedersi quale turismo porta reali benefici e sviluppo alla comunità e non solo disagio, aumento improprio del costo della vita, disordine, confusione, traffico, distruzione del suolo e incremento dell’inquinamento di varia natura. In altre parole, non basta che vi sia attrattività turistica, è necessario anche che essa abbia una qualità e un senso che permetta la crescita di tutte le componenti sociali e non depauperi il suo patrimonio naturalistico, culturale, antropologico, poiché quella è la ricchezza del territorio. Perciò uno striscione anonimo, come quello esposto qualche giorno fa a Polignano, «Emiliano giù le mani dalla costa», dovrebbe far riflettere per la filosofia che sottende, ossia per quella incapacità di cogliere nei cambiamenti epocali cui è sottoposto il pianeta la necessità di scelte antropiche diverse rispetto a quelle che hanno determinato reazioni violente della natura.
Se nel caso di Costa Ripagnola ciascuna delle parti in causa difende legittimamente le proprie ragioni, la questione complessiva significa affrontare il problema dello sviluppo con il criterio della sostenibilità che implica non solo la capacità di riproporre all’infinito i processi, ma di conservare l’esistente e i suoi valori per le generazioni future. Occorre, insomma, una maggiore attenzione ai valori dell’ambiente dando senso alla storia e alla vita di un territorio e basando le decisioni, magari, sui risultati della ricerca scientifica. Insistere sulla scienza in questo caso non significa discriminare altri tipi di sapere, né togliere alla politica la sua funzione, ma semplicemente adottare la conoscenza come criterio guida nei processi decisionali. Poiché vivere in un posto di incomparabile bellezza definisce un dovere particolare di fronte all’umanità.
Posto in quest’ottica il turismo potrebbe avere un diverso valore e diventare un volano di relazioni e di consolidamento di comunità che altrimenti potrebbero sfibrarsi per gli interessi di pochi. È un’alta declinazione della sostenibilità. Spetta, tuttavia, alla politica trovare la strada che garantisca un futuro alla comunità. Un turismo fine a sé stesso è controproducente. Esserne consapevoli, però, è tutt’altra cosa.