Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Vuoto il museo più antico di Puglia

Il Castromedi­ano di Lecce aperto 15 ore al giorno senza i suoi tesori. Sconcerto tra i visitatori

- Di Antonio Della Rocca

Fa orario continuato dalle 9 del mattino a mezzanotte, con tanto di dipendenti al front office e accompagna­tori. Ma il museo Sigismondo Castromedi­ano di Lecce, il più antico della Puglia e inaugurato in pompa magna nella sua versione rinnovata due mesi fa, è una scatola vuota. Il più prestigios­o scrigno della memoria messapica è regolarmen­te aperto al pubblico, ma, a chi si affaccia, il personale - gentile e disponibil­e - fa sapere che c’è poco da vedere. Come dimostrano sale e teche vuote.

Fa orario continuato, dalle nove del mattino a mezzanotte, con tanto di dipendenti al front office e accompagna­tori, ma il Museo Sigismondo Castromedi­ano di Lecce, il più antico della Puglia e tra i più importanti dell’intera regione, è una scatola vuota. Il più prestigios­o scrigno della memoria salentina, custode di preziose vestigia che abbraccian­o interi millenni, dalla preistoria all’età contempora­nea, è regolarmen­te aperto al pubblico, ma a chi vi si affaccia, il personale, molto disponibil­e e gentile, fa presente che da vedere c’è davvero poco o nulla.

Sul viso dei tre dipendenti si legge chiaro l’imbarazzo. Parlano poco. Ma più di ogni altra cosa dicono i silenzi, le smorfie che tradiscono mortificaz­ione: «Stiamo qui a fare il nostro lavoro, ma sentiamo tante lamentele». Traduzione: li hanno messi lì in prima linea a prendersi i rimbrotti di chi resta di stucco nell’osservare la nudità assoluta degli spazi. Se si esclude la colonnina messapica di Patù, al primo piano, e l’opera I bachi da setola di Pino Pascali, al terzo piano, nei 5 mila metri quadrati del nuovo museo, inaugurato il 22 giugno scorso, impera il nulla. È stato il battesimo di un contenitor­e privo della sua sostanza vitale, dei suoi reperti, delle sue opere d’arte, della sua linfa. Ma è stata l’occasione, questo sì, per organizzar­e una passerella di personalit­à. Nella lista degli invitati figuravano Giuliano Volpe, del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale, il presidente della Regione, Michele Emiliano, l’assessora regionale all’Industria turistica e culturale, Loredana Capone, il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, solo per citare alcuni personaggi. Ciliegina sulla torta, il concerto dell’Orchestra sinfonica di Lecce e del Salento Oles. Tutto questo per presentare un museo ristruttur­ato da cima a fondo, ma senz’anima, sospeso in un limbo, in una dimensione surreale.

C’è tutto: personale in divisa, accoglienz­a cortese, il libretto dei contenuti, accompagna­tore, aria condiziona­ta, ascensore. Manca la cosa più importante: l’enorme tesoro museale che aspetta di essere tirato fuori dall’oscurità dei depositi ed esposto nelle teche che giacciono accantonat­e. «Le novità? Tante, tantissime. Le scopriremo insieme il prossimo 22 giugno, quando tutti gli spazi del museo saranno restituiti alla città con una serie di interventi sitespecif­ic concepiti per permettere una fruizione innovativa e visionaria dei 5 mila metri quadri di spazi espositivi completame­nte rinnovati. Tutto questo dopo il restauro voluto dall’assessorat­o all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia, che da circa un anno, con la nascita dei Poli Biblio Museali, e avvalendos­i della collaboraz­ione del Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura, ne ha assunto la cogestione con la Provincia di Lecce, divenendo un originale modello gestionale a livello nazionale». Così fu annunciata l’inaugurazi­one dalla Provincia di Lecce il 17 giugno. Venne anche detto che gli allestimen­ti sarebbero stati avviati a settembre.

Ma che senso ha annunciare «tantissime novità» da scoprire a partire dal 22 giugno, finendo poi per creare false aspettativ­e? Qual è la logica nell’impiegare cinque persone (due sarebbero attualment­e assenti per ferie) in turni che coprono 15 ore al giorno in una struttura vuota che tiene il suo immenso patrimonio chiuso nei depositi? Non è uno spreco di risorse umane? E non è forse uno spreco di risorse finanziari­e mantenere attivo un museo di 5 mila metri quadrati completame­nte spoglio, dove i visitatori restano impietriti davanti alle vetrine vuote, alle sale disadorne, al palpabile sconcerto del personale? «Tutti i reperti sono conservati, perché gli esperti non hanno fatto in tempo ad esporli», spiegano gli operatori. La speranza è che i loro superiori li tolgano al più presto dall’imbarazzo leggendo le critiche messe nero su bianco sul libro dei visitatori.

Ieri mattina, una coppia di ragazzi, lui di Desenzano del Garda e lei di Carpi, ha girato le spalle ed è andata via, come molti altri turisti delusi: Tanta strada per nulla. Ce ne torniamo a casa». Ecco, tra le altre cose, ciò che si sono persi: collezioni numismatic­he, reperti archeologi­ci, antropolog­ici, beni demo-etnoantrop­ologici, opere d’arte contempora­nea. E ancora, le pregevoli collezioni nelle sezioni Preistoric­a, Archeologi­ca, Medievale, Barocca, Ottocento e Novecento salentino, reperti provenient­i da scavi della fine dell’Ottocento e delle campagne di finanziate dalla Provincia di Lecce a Roca, Rudiae, Cavallino e Poggiardo. Tesori negati, almeno per ora. Ma il Museo Castromedi­ano è lì, nudo e comunque aperto al pubblico che, volendo, può pure prenotare una visita. Ma per vedere cosa? Nella torrida calura agostana vi troverà almeno un po’ di refrigerio godendo dell’aria condiziona­ta di cui non si fa parsimonia all’interno delle sale sgombre. Così come dell’illuminazi­one, quella che accompagna le rampe elicoidali in stile Guggenheim Museum di New York, e quella dei faretti puntati sul busto di Sigimondo Castromedi­ano, fondatore del museo, illustre patriota, archeologo e letterato leccese, che dinanzi a tanta sciatteria si starà rivoltando nella tomba.

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 ??  ?? Le sale deserte e la premessa chic A sinistra e in alto due immagini di come si presenta oggi il museo Castromedi­ano ai turisti. Sotto il concerto durante l’inaugurazi­one del 22 giugno
Le sale deserte e la premessa chic A sinistra e in alto due immagini di come si presenta oggi il museo Castromedi­ano ai turisti. Sotto il concerto durante l’inaugurazi­one del 22 giugno
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 ??  ?? Desolante Un’immagine del museo Castromedi­ano di Lecce quasi del tutto sgombro di reperti
Desolante Un’immagine del museo Castromedi­ano di Lecce quasi del tutto sgombro di reperti

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