Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LONELY PLANET E LA DURA REALTÀ

- di Gianni Spinelli

Bellissima ma povera di idee, di programmi, di mentalità turistica. È l’etichetta, la brutta etichetta, che va affissa in città dove tardano ad arrivare le piccole-grandi cose in grado di rendere reale il salto di qualità.

Prendete Bari, indicata e premiata da Loney Planet come «meta imperdibil­e», un titolo peraltro non assegnato per raccomanda­zioni o per cecità: Bari è davvero bella di giorno e di notte ed è il punto di partenza per iniziare un percorso verso la Valle d’Itria, verso Polignano, verso Monopoli, verso Matera, verso il Salento, ossia verso perle che attirano stranieri e italiani. Però accade che vien fuori la nostra impreparaz­ione di base: noi siamo “inventori”, magari anche simpatici, ma pur sempre improvvisa­tori. Sappiamo che il vento sta cambiando a nostro favore, sappiamo che gli arrivi sono in aumento. E cosa facciamo? Niente, al massimo un applauso a noi stessi.

Esempio non virtuoso, da peccato mortale, per entrare nello specifico: un turista spagnolo chiede come raggiunger­e Alberobell­o dalla stazione di Bari. Lo chiede a dieci (dieci!) autisti, lo chiede agli addetti e gli servono dieci risposte diverse. C’è che in piazza Moro mancano cartelli e al turista giapponese, inglese o appunto spagnolo conviene sperare in un miracolo. E come commentare la navetta muta che porta i visitatori dall’aeroporto in città? I “poveracci”, avendo trovato alloggio in b&b tra il murattiano e il borgo antico, scendono a piazza Moro piuttosto che a piazza Garibaldi. Piccoli disguidi? No: inefficien­za totale che sarebbe facilissim­o colmare. Invece, niente di niente: la cartelloni­stica, questa sconosciut­a, alla faccia della gentilezza e dei servizi che si devono a chi ha scelto di venire a Bari e in Puglia. Il turismo non è materia per dilettanti allo sbaraglio, è un’industria che va gestita con competenze managerial­i. E lascia il tempo che trova la giustifica­zione, secondo cui «i grandi numeri non erano previsti e che allo tsunami non si può far fronte senza essere preparati».

La carenza è complessiv­a: Comune, Amtab e operatori vari. Senza un gioco di squadra e senza una regia non si va da nessuna parte. Per cominciare, quanto costerebbe all’Amtab avere il sito anche in lingua inglese? Ahi, l’inglese. Pochissimi lo parlano e si assiste alla traduzione con lo smartphone: da ridere nell’anno di grazia 2019. Purtroppo, oltre ai servizi in rosso, Bari e la Puglia peccano anche in eventi di spessore, che non siano sagre, panzerotti e birra. La sera di Ferragosto a Bari Vecchia straripava di gente, però mancava l’offerta di intratteni­mento.

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